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Francia, Macron flirta con la gauche ma Le Pen lo insidia. Guida alle elezioni
La forbice è molto meno ampia che nel 2017. Decisivi i voti di Mélenchon. Macron promette un reddito di cittadinanza, Le Pen la fine del canone. La sfida
Elezioni Francia: Macron e Le Pen, programmi a confronto
Macron gode comunque anche dell'appoggio di diversi leader stranieri. Il premier spagnolo Pedro Sanchez, il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il primo ministro portoghese Antonio Costa hanno tutti lanciato un appello ai francesi a votare per Macron, ritenendo che la Francia debba rimanere dalla parte dei valori dell'Ue. In un suo intervento su Bfmtv, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è espresso sul cruciale ballottaggio, riconoscendo di "avere ovviamente rapporti con Emmanuel Macron e non vorrei perderli". Alexei Navalny, oppositore del Cremlino in carcere, ha espresso il proprio sostegno al presidente uscente.
Anche perché, come noto, Le Pen è accusata di avere rapporti privilegiati con Putin. Non proprio un vantaggio elettorale di questi tempi, anche se in realtà i casi recenti di Ungheria e Serbia dimostrano che i filorussi possono vincere le elezioni anche in Europa. Le Pen e i suoi sostenitori non guardano alle cifre, ma alla pancia di una popolazione che pensano possano andare dalla loro parte. Macron ha rivendicato il suo ruolo di interlocutore di Putin ma non di sodale, vuole continuare a sanzionare la Russia, a sovvenzionare l’Ucraina e chiede che sia aperta un’inchiesta internazionale per arrivare al riconoscimento dei crimini di guerra russi in territorio di guerra.
Il presidente uscente intende aumentare il budget di spesa militare della Francia, portandolo a 50 miliardi all’anno nel 2025, e raddoppiare il numero dei soldati riservisti per mettere insieme un modello di esercito completo.Per finanziare il programma, il capo dello Stato avrà bisogno di un budget di 50 miliardi di euro all’anno, ma ha assicurato che questo sforzo non si tradurrà in un aumento del debito. Anzi, Macron prevede di “iniziare a ridurre il debito a partire dal 2026 e a riportare il deficit al di sotto del 3 per cento del Pil nel 2027”. Sul fronte guerra in Ucraina, la candidata dell’estrema destra si è opposta negli ultimi mesi all’invio di truppe francesi sui territori di guerra e si è dichiarata sfavorevole all’embargo su petrolio e gas russo, sicura che ci saranno conseguenze negative sul potere d’acquisto dei francesi.
Macron insiste anche sul potere d'acquisto e ha rivisto parzialmente i piani per la riforma delle pensioni per ingraziarsi elettorato di sinistra. Nell'agenda di Macron, in caso di rielezione, c’è un altro elemento che strizza l'occhio a Mélenchon: la ristrutturazione dell’agenzia per il lavoro e la sua trasformazione in uno sportello unico dedicato, tra le altre cose, ai servizi di formazione e di ricerca di occupazione. Per i beneficiari dell’Rsa, una sorta di reddito di cittadinanza in versione francese, sarà poi istituito l’obbligo di avere un'attività di 15-20 ore settimanali.
Per chi è in età più avanzata, le promesse di Le Pen sono invece la rivalorizzazione della pensione minima a 1000 euro e soprattutto il no all’aumento dell’età pensionabile, come invece vorrebbe Macron. Nello specifico, la candidata del Rn vuole permettere a chi ha cominciato a lavorare prima dei 20 anni di fermarsi a 60 anni. Per toccare il meno possibile le tasche dei cittadini Le Pen vuole poi adottare alcune misure complementari, eliminando ad esempio il canone televisivo con la privatizzazione delle emittenti pubbliche e rinazionalizzando le autostrade per diminuire del 15 per cento i prezzi del pedaggio.
La sfida è aperta, il risultato cambierà il futuro di Francia e non solo.
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