Esteri

"Eurodeputati a libro paga di Putin". Scandalo a Bruxelles, 6 Paesi coinvolti

Il sito euroscettico Voice of Europe sospettato di essere la centrale da cui partivano i pagamenti agli eurodeputati, in contanti e criptovalute

Si amplia lo scandalo della rete occulta di parlamentari europei pagati da Mosca

Polonia, Germania, Francia, Belgio, Olanda, Ungheria. Sono i sei paesi coinvolti nello scandalo che si sta abbattendo sul Parlamento europeo e secondo cui ci sarebbero diversi eurodeputati a libro paga della Russia, che sarebbe stata dunque in grado di costruire una sorta di "rete occulta" nel cuore della politica del Vecchio Continente.

Le conseguenze possono essere molto ampie, soprattutto alla vigilia delle elezioni Europee di giugno. Il premier del Belgio, Alexander De Croo, ha accusato il partito fiammingo di estrema destra Vlaams Belang di mantenere legami con la Russia, dopo che la Repubblica Ceca ha reso noto di aver scoperto una rete di propaganda legata al Cremlino che sta cercando di influenzare il prossime elezioni europee del 9 giugno.

"Nella loro cieca ossessione di rovinare il nostro Paese, sono diventati alleati della Russia, che vuole distruggere tutto ciò che abbiamo costruito qui, la nostra società libera e prospera", ha affermato il liberale De Croo durante una sessione plenaria al parlamento belga. Il primo ministro ha assicurato che esiste "una collaborazione molto stretta" tra i servizi segreti belgi e cechi e che, come ha affermato il primo ministro ceco Petr Fiala, le attività della rete di propaganda "valicano i confini" del suo Paese e ha assicurato che il suo obiettivo è contro l'integrità territoriale dell'Ucraina.

Anche il primo ministro belga ha fatto eco all'informazione secondo cui la Russia avrebbe pagato deputati europei in cambio della diffusione della propaganda filo-Cremlino, anche se De Croo non ha citato la fonte esatta di queste informazioni né ha nominato esplicitamente i partiti o i politici presumibilmente coinvolti in queste transazioni. "Si tratta di deputati che ricevono denaro (dalla Russia). Questa è una pressione esterna, ma c'è cooperazione dall'interno. Anche nel nostro Paese, ai livelli più alti delle nostre istituzioni democratiche, ad esempio nel Parlamento regionale", ha aggiunto De Croo.

Nella lista dei Paesi coinvolti non figura comunque l'Italia, sottolinea il Corriere della Sera, secondo cui al centro del caso ci sarebbe il portale Voice of Europe. "Un esame dei servizi cechi ha scoperto che il codice sorgente era in parte scritto in cirillico: e si è cominciato a scavare. Secondo il governo di Praga, dietro al sito c’è il noto propagandista ucraino e filoCremlino, Artem Marchevsky. Mentre il finanziatore è niente di meno che Viktor Medvedchuk, amico personale di Putin e arcirivale di Zelensky".

Come si legge sul Corriere della Sera, Voice of Europe, dice Praga, "non era solo un canale spaccia-fakenews, ma la centrale da cui partivano i pagamenti agli eurodeputati". Con guadagni da "centinaia di migliaia di euro, scrive la stampa ceca e tedesca, in contanti e criptovalute".