Esteri
Europa in recessione, la Russia sta in piedi. Putin si paga anche le armi
Nonostante le sanzioni, Mosca non sprofonda e dimezza le perdite rispetto a quanto previsto. Il Cremlino riesce anche a non ridurre la spesa militare
Nonostante questi problemi, come ammette anche l'Economist la recessione è probabilmente giunta al termine. Molti dubitano dei dati ufficiali sul PIL, ma è possibile farsi un'idea dell'attività da una serie di fonti. La banca Goldman Sachs produce un "indicatore di attività corrente", che segue l'andamento delle economie mese per mese. I dati suggeriscono che l'attività russa è più vivace rispetto a quella di altri grandi Paesi europei (vedi grafico). Un indicatore di spesa prodotto da Sberbank, un'altra banca, ha vacillato dopo il decreto di mobilitazione, ma da allora è risalito. Anche la produzione dell'industria automobilistica, che fino a pochi mesi fa era praticamente azzerata, si è ripresa, il che fa pensare che i produttori si siano riforniti al di fuori dell'Occidente. In termini di dollari, le importazioni mensili di beni della Russia superano ormai quasi certamente la media dell'anno scorso.
Nelle sue recenti previsioni, l'Imf ha migliorato le prospettive della Russia per il 2022. Ad aprile pensava che il PIL russo sarebbe sceso dell'8,5%. Ora si aspetta un calo del 3,4%. Non c'è da rallegrarsi, ma è un dato gestibile. In effetti, i dati suggeriscono che la Russia sarà in grado di mantenere le proprie spese militari. A settembre il governo ha presentato una bozza di bilancio per il 2023-25. Insomma, la Russia sta assorbendo il colpo e non sembra destinata a cadere. Mentre l'Europa intravede la recessione.