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L'Europa tira fuori le unghie, von der Leyen: "Pronti 800 miliardi per armarci, la nostra sicurezza è minacciata". Schlein: "Non è la strada giusta"

"Questa è un'era di riarmo e l'Europa è pronta a fare quello che serve per difendersi"

di Redazione Esteri

Difesa, von der Leyen: "Con Rearm Europe fondi per 800 mld"

Il piano per riarmare l'Europa consentirà di mobilitare per la difesa Ue circa 800 miliardi di euro. Lo sostiene la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, presentando a Bruxelles il piano in cinque punti elaborato in vista del summit straordinario di dopodomani. Oltre alla clausola nazionale di salvaguardia del patto di stabilità e a un nuovo strumento da 150 miliardi, "il terzo punto - afferma - è utilizzare il potere del bilancio dell’Ue e c’è molto che possiamo fare in questo ambito nel breve termine per indirizzare più fondi verso investimenti legati alla difesa".

E' per questo motivo, prosegue la presidente, "che posso annunciare che proporremo ulteriori possibilità e incentivi affinché gli Stati membri decidano se utilizzare i programmi della politica di coesione per aumentare la spesa per la difesa. Gli ultimi due ambiti di azione mirano a mobilitare il capitale privato accelerando l’Unione del risparmio e degli investimenti e, ovviamente, attraverso la Banca europea per gli investimenti".

"Per concludere, l’Europa è pronta ad assumersi le proprie responsabilità. L’Europa potrebbe mobilitare quasi 800 miliardi di euro di spese per la difesa per un’Europa sicura e resiliente. Naturalmente continueremo a lavorare a stretto contatto con i nostri partner nella Nato", conclude.

Difesa, von der Leyen: "Siamo in era riarmo, Ue pronta"

Questa è "un'era di riarmo" e l'Europa "è pronta" a fare quello che serve per difendersi. Lo dice la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, presentando a Bruxelles, senza consentire domande alla stampa, il piano "Rearm Europe", che consta di cinque punti. "Viviamo - afferma - in tempi molto pericolosi. Non serve che descriva la grave natura delle minacce che affrontiamo. O le conseguenze devastanti che dovremo sopportare se quelle minacce si realizzassero".

Perché, continua, "la questione non è più se la sicurezza dell’Europa sia minacciata in modo reale. O se l’Europa debba assumersi una maggiore responsabilità per la propria sicurezza. In verità, conosciamo da tempo le risposte a queste domande. La vera domanda che abbiamo di fronte è se l’Europa è disposta ad agire con la decisione che la situazione richiede. E se l’Europa è pronta e in grado di agire con la rapidità e l’ambizione necessarie".

"Nei vari incontri delle ultime settimane - prosegue - l’ultimo due giorni fa a Londra, la risposta delle capitali europee è stata tanto clamorosa quanto chiara. Siamo in un’era di riarmo. E l’Europa è pronta ad aumentare massicciamente la spesa per la difesa. Sia per rispondere all’urgenza di agire a breve termine e per sostenere l’Ucraina, ma anche per affrontare la necessità a lungo termine di assumersi molte più responsabilità per la nostra sicurezza".

Arriva l'ok di Tajani. Muro di Schlein: "Non è la strada giusta" 

"Bene von der Leyen: finalmente si fanno concreti passi in avanti per costruire una indispensabile difesa europea. Era il grande sogno di De Gasperi e Berlusconi. Ora bisogna realizzarlo, senza indugi, nel modo migliore possibile per rendere più forte l'Europa nel contesto di una solida alleanza con gli Stati Uniti". Lo scrive su X il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani. 

"Quella presentata oggi da von der Leyen non è la strada che serve all'Europa. All'Unione europea serve la difesa comune, non il riarmo nazionale. Sono due cose molto diverse". Lo dichiara la segretaria del Pd Elly Schlein. "Il piano von der Leyen, a partire dal titolo, punta sul riarmo e non emerge un indirizzo politico chiaro verso la difesa comune. Indica una serie di strumenti che agevolerebbero la spesa nazionale ma senza porre condizioni sui progetti comuni, sull'interoperabilità dei sistemi".

 "Ci sono molti aspetti da chiarire, ad esempio su come funzionerebbe il nuovo meccanismo in stile Sure, per capire se finanzia progetti comuni o spesa nazionale - spiega Schlein - Ma questa non è la strada giusta. Manca ancora la volontà politica dei governi di fare davvero una difesa comune e in questo piano della Commissione mancano gli investimenti europei finanziati dal debito comune, come durante la pandemia. Così rischia di diventare il mero riarmo nazionale di 27 paesi e noi non ci stiamo". "Noi abbiamo un'idea precisa - aggiunge - Quello che serve oggi è un grande piano di investimenti comuni per l'autonomia strategica dell'UE, che è insieme cooperazione industriale, coesione sociale, transizione ambientale e digitale, sicurezza energetica e anche difesa comune. Anche, ma non solo! Magari cancellando le altre cruciali priorità su cui i governi sono più divisi. È irrinunciabile contrastare le diseguaglianze che sono aumentate. Per questo è inaccettabile utilizzare i fondi di coesione per finanziare le spese militari nazionali. È il momento delle scelte e della chiarezza. Abbiamo bisogno di una risposta all'altezza della sfida globale - strategica, economica, politica - al ruolo dell'Europa nel mondo. E questa risposta non è quella presentata oggi. Noi porteremo la nostra posizione già al prossimo vertice dei socialisti e democratici a Bruxelles, in vista del Consiglio straordinario".