Esteri

Ex sportellista di banca e musa del leader: chi è Yulia, moglie di Navalny

di Redazione

Yulia, in un video pubblicato sui social: "Continuerò il lavoro di Alexei, continuerò a lottare per il nostro Paese. Vi invito a starmi accanto"

Yulia Navalnaya, chi è la moglie di Alexei Navalny che vuole portare avanti la battaglia del marito: "Putin ha ucciso mio marito"

"Putin ha ucciso mio marito". È quanto afferma la vedova di Alexei Navalny, Julia, in un video postato sui social. "Continuerò il lavoro di Alexei, continuerò a lottare per il nostro Paese. E vi invito a starmi accanto e a condividere con me l'odio di coloro che hanno osato uccidere il nostro futuro". L'oppositore di Putin, Alexei Navalny è morto venerdì 16 febbraio  nella prigione di sicurezza dell'Artico russo.

Ma la morte improvvisa dell'unico vero oppositore di Putin in Russia a poche settimane dalle elezioni generali, solleva più di qualche sospetto.

 

 

Chi è Yulia  Navalnaya?

Yulia Borisovna  Navalnaya è nata a Mosca il 24 luglio 1976. Suo padre era uno scienziato mentre sua madre lavorava per il Ministero dell'Industria leggera. Quando era bambina, i genitori hanno divorziato e la madre si è risposata con un dipendente del Comitato di pianificazione statale dell'Urss.

Ha conseguito una laurea in Relazioni economiche internazionali, studiato anche all'estero e ha lavorato in una banca della capitale russa. Mentre si trovava in vacanza in Turchia, nell'estate 1998, ha incontrato il suo futuro marito, l'avvocato Alexei Navalny e  e la coppia due anni dopo si è sposata.

"Non ho sposato un avvocato con una carriera promettente o un leader dell'opposizione, ma un giovane uomo di nome Alexey", ha raccontato Yulia durante un'intervista al settimanale russo Sobesednik nel 2020. I due giovani sposi erano accomunati dall' interesse per la politica, visto che già all'inizio degli anni 2000 entrambi si iscrivono al partito liberale filo-occidentale Yabloko. 

Con la nascita della prima figlia Daria, nel 2001, Yulia lascia la carriera in banca, iniziando dopo la maternità a lavorare nel negozio di mobili dei suoceri per alcuni anni. Nel 2008 nasce il secondo figlio, Zakhar, e decide di dedicarsi interamente alla famiglia, anche perché ormai Navalny aveva cominciato ad assumere un posizione di rilievo nell'ambito dell'opposizione russa.

Il primo avvelenamento nel 2020

In diverse occasioni, il marito l'ha ringraziata pubblicamente per questa scelta, dicendo che non avrebbe mai potuto continuare la sua battaglia contro il Cremlino senza il sostegno della moglie. Suo malgrado, Navalnaya arriva sotto i riflettori internazionali la prima volta, dopo che il marito viene avvelenato, nell'agosto del 2020, sul volo di ritorno a Mosca dalla città siberiana di Tomsk.

Il pilota dell'aereo fece un atterraggio di emergenza nella città di Omsk, dove Navalny fu ricoverato in coma, con la moglie che scrisse direttamente a Vladimir Putin per chiedergli l'autorizzazione al trasferimento in un ospedale all'estero. "Ogni momento che rimanevamo lì, pensavo dobbiamo portarlo via", ha raccontato Navalnaya nel documentario di Yuri Dud.

Finalmente, con l'aiuto di una Ong tedesca, Navalny viene trasferito a Berlino, dove è rimasto ricoverato per diversi mesi, sempre con la moglie al fianco. Dopo la guarigione, la coppia invece di rimane al sicuro in esilio, è ritornata a Mosca, nel gennaio del 2021, dove Yulia ha visto il marito Alexey arrestato subito dopo l'arrivo all'aeroporto.

Dopo anni in cui ha evitato i riflettori, oggi Navalnaya ha un milione di follower su Instagram e sta abbracciando con rabbia il suo ruolo pubblico. "Ti amo", ha scritto nel primo post dopo la morte del marito, pubblicando una foto di loro due abbracciati.

 

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