Esteri
Fondazione Clinton nei guai per le email di WikiLeaks. Chelsea ne esce bene
Hillary Clinton per le email sottratte da WikiLeaks. La figlia Chelsea invece ne esce bene
Di Giuseppe Vatinno
Tra le email sottratte al Partito Democratico Usa e pubblicate sul sito di WikiLeaks (https://wikileaks.org/) ce ne sono diverse -provenienti dal Consigliere John Podesta già capo di gabinetto del Presidente Bill ed ora capo della campagna elettorale della moglie- che potrebbero creare problemi notevoli alla candidata alla casa Bianca Hillary a causa di una vecchia storia che riguarda dei finanziamenti ottenuti dalla Fondazione Clinton (https://www.clintonfoundation.org/).
Quello che emerge è che l’allora “capo” gestionale della Fondazione, l’avvocato Douglas Band (44), scriveva a conoscenti di aver ricevuto ben 69 milioni di dollari per la Fondazione e decine di milioni a favore della famiglia Clinton e dell’ex Presidente Usa Bill.
Infatti, da quanto si è potuto ricostruire, Band utilizzava il nome della Fondazione per avere dei fondi da grandi aziende internazionali come la Coca - Cola, la Dow Chemical e l’Ubs, soprattutto sulla piazza di Londra e Stati esteri come Arabia Saudita e Qatar.
Tali soldi servivano per finanziare varie attività: dai viaggi di Bill, ai soggiorni, alle vacanze e probabilmente quelle personali di Band che aveva organizzato una vera e propria rete intorno alla fondazione e successivamente aveva aperto insieme ad altri soci una propria società di consulenza, la Teneo (http://www.teneoholdings.com/).
L’avvocato scrive ai conoscenti mail sprezzanti su Chelsea Clinton definendola: "Una bambinetta viziata, che non ha nulla da fare se non fingere di fare qualcosa, perché come lei stessa ha detto, non ha ancora trovato la sua strada, né un senso nella sua vita".
Band era approdato alla casa Bianca da stagista nel 1995 e da allora era divenuto un uomo di fiducia del 42 °Presidente degli Stati uniti d’America. In sé quella di Band non sarebbe un’attività illegale ma la polizia federale, l’ Fbi, sta indagando se tali aziende siano state poi ricompensate con decisioni politiche a loro favorevoli dall’allora Segretario di Stato (2009 - 2013), l’attuale candidata Hillary Clinton, nell’amministrazione Obama; naturalmente questo implica che il candidato repubblicano Donald Trump si rafforzi in questi pochi giorni che mancano alle elezioni presidenziali del più potente Stato del pianeta anche perché continua la tempesta mediatica e giudiziaria sull’utilizzo che sempre Hillary ha fatto del suo indirizzo di posta elettronica privato per trattare affari di Stato.
Tuttavia, la vicenda riportata sul sito di WikLeaks ha anche un risvolto positivo nell’azione che la figlia Chelsea Clinton (36) -laureata in Storia a Stanford- condusse come consigliera di amministrazione da quando giunse nel 2011 proprio contro Douglas Band quando si accorse che la sua gestione era abbastanza disinvolta e che non utilizzava metodi corretti.
Infatti Chelsea- come è riportato in un articolo odierno del Corriere della Sera- ne parlò con la madre ed ottenne il mandato -pare informale- ad agire contro lo spregiudicato chair che in effetti fu costretto a lasciare la Fondazione nel 2015 aprendo la strada del comando a lei stessa che ora è vice - chair dietro Bruce Lindsey.
L’avvocato produsse un documento di risposta alle insistenti mail di Chelsea in cui spiegava tutti i “vantaggi” della sua azione a favore della Fondazione e della famiglia Clinton stessa ma non servì. Da tempo negli Usa si vocifera che se la madre Hillary dovesse farcela a diventare la prima donna eletta Presidente degli Usa Chelsea diverrebbe chair della Fondazione.
Ricordiamo che WikiLeaks è un sito internazionale che pubblica, dietro la tutela dell’anonimato e previa verifica, documenti riservati di Stati e aziende che dimostrino il loro agire non etico. WikiLeaks è stata fondata dall’australiano Julian Paul Assange che si trova confinato presso l’ambasciata dell’Ecuador a Londra dal 2012, dopo che gli Usa e la Svezia (per supposti reati sessuali) ne avevano chiesto l’estradizione.
Intanto la stampa Usa ci si chiede -come fa il Wall Street Journal- perché finora WikiLeaks non abbia ancora pubblicato mail direttamente riguardanti la Clinton; questo, dice un articolo, fa pensare che gli hacker di WikiLeaks e la Russia di Putin possano esercitare in futuro una pressione notevole se Hillary fosse eletta.