Francia, l'Intelligence USA avverte: "La Russia può far vincere Marine Le Pen"
La campagna elettorale di Emmanuel Macron travolta dalle fake news russe e la Le Pen rimonta. Si teme "l'Effetto Trump"
La Russia sta influenzando pesantemente le elezioni presidenziali francesi a favore di Marine Le Pen. Quella che veniva liquidata come una boutade dei sostenitori di Emmanuel Macron e di coloro che temono la conquista dell'Eliseo da parte dell'estrema destra francese incarnata dal Front National è ormai un fatto assodato e confermato anche dall'Intelligence USA.
Il senatore americano Richard Burr, capo della Commissione per l'Intelligence, ha messo in guardia, in una conferenza stampa, sulle più che plausibili interferenze russe nella campagna presidenziale francese paragonandole a quelle occulte nella corsa alla Casa Bianca del 2016.
Clint Watts del Centro per la Sicurezza Nazionale e Informatica alla George Washington University e co-autore del recente articolo "Trolling for Trump: How Russia Is Trying to Destroy Our Democracy" (letteralmente "Trollare per Trump: Come la Russia sta cercando di distruggere la nostra democrazia"), ha reso testimonianza di fronte alla Commissione del Senato su come i media russi di Stato quali Sputnik e RT rientrino nella strategia complessiva di un'autentica "guerra informatica". Nel 2014 e 2015, secondo Watts, la Russia lanciò un attacco mediatico senza precedenti fondato su messaggi divisivi rivolti alle diverse fasce di pubblico americano sfiduciato, Sputnik e RT (ex Russia Today) diffusero verità manipolate, falsi reportage e ipotesi di complotto. Nello specifico, messaggi politici volti a minare la fiducia nelle istituzioni e nei leader democratici; propaganda studiata per minare la fiducia nei mercati finanziari e nelle aziende occidentali; messaggi destinati a creare disagio sociale e incertezza nel futuro; notizie mirate a fomentare la paura di attacchi terroristici, nucleari o di catastrofi climatiche.
Tali messaggi di propaganda e fake news vengono veicolati su siti creati appositamente per apparire "reali", con loghi e caratteri tipografici pressoché identici a quelli di testate accreditate, in modo da ingannare l'utente.
Così come accadde nel 2016 e continua ad accadere negli Usa oggi, in Francia hanno iniziato a comparire simili messaggi di cui sopra, fa notare il giornalista Christopher Dickey, nei primi stadi della campagna presidenziale francese. Un esempio famigerato di quella che in gergo francese viene definita "intox" (da intossicazione), è la contraffazione del sito online del prestigioso quotidiano belga Le Soir. La bufala a caratteri cubitali denunciava presunti rapporti fra Emmanuel Macron e l'Arabia Saudita, della quale il leader di En Marche veniva dato come "candidato preferito". La notizia era falsa, ovviamente, ma divenne presto virale, tanto che la stessa Marion Marechal Le Pen (nipote di Marine), la quale ha dichiarato recentemente di voler riformare l'Europa assieme al m5s italiano, la twittò chiedendo spiegazioni a Macron.
Altre fake news, anch'esse divenute presto virali, sono andate a infestare la campagna presidenziale francese nei giorni precedenti al primo turno. Risultati elettorali falsati; presunte rivelazioni su conti bancari offshore di Macron, totalmente inventati; sondaggi taroccati sulla scarsa popolarità di Macron e così via. Per non parlare delle continue voci sempre più insistenti e volgari sull'omosessualità del leader di En Marche. Le bufale su Macron sono arrivate anche qui in Italia; ultima delle quali, quella secondo cui Macron procedeva a detergersi solertemente le mani dopo un incontro con gli operai della Whirlpool, con tanto di video allegato. Peccato però che il video risalisse a una visita di Macron ai pescatori dell'Etang de L'Or nel 2016 quale Ministro dell'Economia e che l'azione di detergersi le mani fosse dovuta al fatto che il leader di En Marche aveva maneggiato la pescata quotidiana.
Fatto sta che, mentre Marine Le Pen rimonta sempre più nei sondaggi e incassa anche l'endorsement neanche tanto velato di Donald Trump, Emmanuel Macron si difende come può e il suo staff rifiuta di accreditare il network televisivo russo RT, poiché giudicato "di propaganda". Visti i molteplici rapporti di intelligence europei, britannici e americani, così come le inchieste giornalistiche, riguardo a plausibili interferenze russe nella campagna francese, Macron e il suo entourage stanno cercando di parare i colpi temendo il rovesciamento dell'esito elettorale a favore di Marine Le Pen.
Il divieto di accredito a RT testimonia i timori della compagine di Macron, malgrado l'ostentata sicurezza di trionfare alle presidenziali, e i sondaggi che vedono la Le Pen rosicchiare giornalmente nuovi punti di percentuale non danno decisamente per scontata la vittoria del candidato di En Marche.
Intanto, mentre Emmanuel Macron e Marine Le Pen continuano a darsi battaglia in vista del decisivo turno del sette maggio, tutto il mondo osserva incuriosito o inquieto domandandosi se, nella corsa all'Eliseo, si verificherà quello che ormai viene definito "Effetto Trump", con tutto ciò che comporterebbe per la stabilità europea e per gli equilibri politici fra i Paesi membri, in primis per l'asse Macron-Renzi, cementato da un tweet di complimenti del primo al trionfatore delle primarie Pd. All'ombra oscura degli interessi politici ed economici russi, il sette maggio si gioca una partita cruciale per il destino dell'Europa come la conosciamo oggi e, indirettamente, per le prossime consultazioni elettorali in Italia, dove le fake news provenienti dalla Russia stanno "intossicando" sempre più il dibattito in rete favorendo il partito che, per l'appunto sulla rete, regna sovrano e che, a giudicare dai commenti dei simpatizzanti, guarda con estremo (aggettivo non scelto a caso) favore a una vittoria di Marine Le Pen.