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Giorgia e Ursula, il "patto della piadina" per escludere i sovranisti in Ue

di Redazione Esteri

Von der Leyen non è venuta in Italia solo per annunciare i fondi per le alluvioni. "Non vedo l'ora di tornare a collaborare insieme", ha detto alla premier

Ue, le mosse di von der Leyen in Italia. L'importanza dei voti di FdI per il suo futuro

Dietro a quella stretta di mano tra Ursula von der Leyen e Giorgia Meloni c'è molto di più. Lo hanno chiamato il "patto della piadina". Il capo dell'Ue non sarebbe venuto in Italia semplicemente per annunciare lo sblocco dei fondi per le alluvioni, ma dietro a questa improvvisa visita a Forlì ci sarebbe un vero e proprio accordo in chiave Europee. Il prossimo voto - si legge su Il Corriere della Sera - è un aspetto che non può essere ignorato, naturalmente perché la premier italiana e la presidente della Commissione Ue potrebbero essere entrambe candidate, seppure per motivi diversi: la prima per confermare il primato di FdI in Italia, la seconda per avere una conferma nelle istituzioni continentali. Ma la loro sintonia e i riconoscimenti reciproci, emersi anche ieri, sembrano rimandare a un gioco più grande: una prospettiva che chiama in causa il futuro della destra meloniana nei rapporti di forza che risulteranno dal voto di giugno.

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L’interesse di von der Leyen e dei popolari europei - prosegue Il Corriere - è quello di fare in modo che il partito della premier si tenga a distanza di sicurezza dalle forze "sovraniste": si tratti dei postnazisti tedeschi di Afd o della francese Marine Le Pen, verso la quale cresce l’attenzione di Meloni. L'incontro di Forlì finisce con un abbraccio e con Giorgia Meloni che schiocca due sonori baci sulle guance della donna che potrebbe restare, anche col suo aiuto, sulla poltrona più importante della Ue: "Un bacetto!". Von der Leyen ricambierà con un messaggio su X destinato a ufficializzare l’asse: "Non vedo l’ora di continuare a lavorare insieme". Al di là delle accuse di una passerella elettorale l’incontro di ieri fa pensare ai rapporti di forza europei dopo le elezioni.