Esteri
Grecia, Varoufakis a Tsipras: "Come il golpe dei colonnelli nel 1967"
Alexis Tsipras è sempre più stretto tra le pressioni politiche interne e quelle di piazza. Il premier greco che ha firmato l'accordo con i creditori Ue per un piano da 86 miliardi di aiuti, il terzo dalla crisi economica, in cambio di pesanti riforme si ritrova il partito spaccato, con la fronda più radicale fortemente contraria all'intesa, e anche il partito di governo Anel (di destra) ha forti perplessità sul fornire il suo supporto. Anche il sindacato greco che rappresenta i dipendenti settore pubblico (Aedy) scende in pista e invita i propri iscritti a scioperare domani per 24 ore in segno di protesta contro il nuovo accordo raggiunto dal governo di Atene ed i creditori internazionali per il salvataggio della Grecia che prevede nuove e più dure misure di austerità. Una mossa che segue le manifestazioni di contrarietà in piazza Syntagma, della sera di lunedì. Nel coro degli attacchi torna a farsi sentire l'ex ministro delle Finanze, Yanis Varoufakis, che grida al golpe richiamando gli eventi del 1967. Insomma, il clima ad Atene resta rovente mentre le esigenze finanziarie si fanno stringenti: salta un nuovo pagamento al Fmi mentre l'Eurogruppo dibatte di come fornire tecnicamente sostegno immediato con un prestito ponte e il falco Wolfgang Schaeuble rispolvera il tema dei 'pagherò' da far emettere ad Atene. Una deriva pericolosa, che per alcuni potrebbe rappresentare un tentativo di far tornare in gioco l'emissione di una moneta parallela e quindi la Grexit.
Varoufakis all'attacco. Una "resa della Grecia" che accetta di diventare "vassallo dell'Eurogruppo". Una totale "umiliazione" del Paese e un "completo annullamento della sovranità nazionale". Così l'ex ministro delle Finanze rincara la dose di polemiche verso Tsipras, con toni sempre più aspri e paragonando quanto imposto dall'Eurosummit ad Atene al "golpe dei colonnelli" in Grecia del 1967. Il vertice dei leader dell'area euro è stato "a dir poco il culmine di un colpo di stato. Probabilmente - scrive Varoufakis sul suo blog - la maggiore differenza economica è che mentre nel 1967 le proprietà pubbliche non vennero prese di mira, nel 2015 i poteri che si muovono dietro il golpe hanno chiesto la cessione di tutte le proprietà pubbliche rimanenti, in modo da metterle a disposizione del rimborso di un debito pubblico insostenibile e non pagabile. Gli europei, anche quelli a cui della Grecia non importa un accidenti, faranno bene a stare attenti".
Gli scioperi. Clima rovente anche in pazza. All'astensione del lavoro degli statali, la prima nei sei mesi del governo Syriza guidato dal premier Tsipras, farà seguito una manifestazione convocata nel pomeriggio nella centrale piazza del Parlamento. Anche l'associazione delle farmacie elleniche, ha preannunciato, sempre per mercoledì, uno sciopero di 24 ore contro la prevista liberalizzazione del settore che dovrebbe aprire alla vendita di medicinali over-the-counter anche nei supermercati e concedere, sempre ai supermercati, licenze per aprire punti vendita al loro interno. "Non lo permetteremo", ha detto il presidente dell'associazione, Giorgos Lourantos, alla radio greca.
Saltato il pagamento al Fmi. Mentre si seguono con apprensione questi sviluppi interni, che dovrebbero provare all'approvazione dell'accordo nella giornata di domani e grazie al supporto di tutte le opposizioni, sul fronte finanziario nella notte il Fondo monetario internazionale ha detto di non aver ricevuto il pagamento di 456 milioni di euro che la Grecia avrebbe dovuto all'istituzione di Washington. Gli arretrati salgono in questo modo a 2 miliardi di euro, visto che lo scorso 30 giugno Atene è diventata la prima economia avanzata a mancare un pagamento al Fondo per 1,6 miliardi complessivi. Come ha spiegato il portavoce dell'Fmi, "la richiesta delle autorità greche per un'estensione degli obblighi sui pagamenti dovuti il 30 giugno sarà discussa dal board esecutivo nelle prossime settimane".
Rimborsati i "samurai bond". E' invece partito un altro pagamento, ben minore per entità ma di grande importanza tecnica: Atene ha rimborsato a un gruppo di privati giapponesi i cosiddetti "samurai" bond per 20 miliardi di yen, pari a 148 milioni di euro, che erano stati emessi una ventina d'anni fa. La notizia è arrivata direttamente dalla Mizuho Finalcial che gestisce le obbligazioni: si tratta di uno snodo importante, perché l'eventuale mancato pagamento avrebbe rappresentato la prima insolvenza verso i creditori privati, che avrebbe aperto potenzialmente a un default con clausole di richiesta di rimborso su altri strumenti. Un insieme di fattori che spiega l'estrema necessità con la quale Atene si attende lo sblocco del prestito ponte in discussione all'Eurogruppo: 7 miliardi entro il 20 luglio, per onorare i nuovi impegni con la Bce (3,5 miliardi più interessi), i vecchi con il Fmi e pure pagare pensioni e stipendi agli statali già arrabbiati, come dimostra lo sciopero.