Esteri
Guerra Russia Ucraina, la Costituzione più bella del mondo
L’Italia ripudia la guerra, salvo per difendersi, nel caso venisse attaccata. Per cui, bando alle ciance, quando serve, l’Italia se ne sbatte della Costituzione
Anche per la Carta italiana vale il “fatta la legge, trovato l’inganno”
“Son tutte belle le mamme del mondo”, sdolcinava il ritornello cantato da Nilla Pizzi nel primo Sanremo. E le ragazzine aggiungevano “Sì, ma la mia è più bella, toh!”. La nostra è la Costituzione più bella del mondo, è stato il ritornello ascoltato da quando son nato, fino alle eccitatissime sbrodolature a ripetizione di Benigni, fatte con gli occhi ridanciani.
I padri della nostra Costituzione, che ripudia, con l’art.11, la guerra, auto lodandosi hanno dato il là alle future lodi: Son tutte belle le Costituzioni del mondo, ma la nostra è la più bella!
Leggiamo l’art.11, di grande e, purtroppo, drammatica attualità: “L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.”
Tutto chiaro, no? C’è la sicurezza di un’unica indiscutibile interpretazione per tutti i casi che si potrebbero presentare? Se per esempio, una nazione si divide in due fazioni, F1 ed F2, con i rispettivi capi. Si va alle elezioni e vince F1. F2, come c’è andato vicino Trump, non si rassegna. Parlando di brogli, ottiene la ripetizione delle elezioni e le vince. Quindi, comanda il capo di F2. Nei quattro mesi d’attesa per le nuove votazioni (com’è realmente accaduto in Ucraina dal settembre 2004 al gennaio 2005), il capo che aveva contestato i primi risultati, viene avvelenato. La contrapposizione tra F1 ed F2, diventa una specie di guerra, in cui tutti si considerano paladini della libertà e chi non è al governo, si dichiara contro la politica governativa, ritenendola pericolosa per i valori e il futuro.
Non a caso, in Italia s’è parlato ultimamente, a torto o a ragione, di Comitato di Liberazione Nazionale. Agli appelli disperati di aiuto, c’è la risposta di governi che ubbidiscono pedissequamente agli ordini dei Gendarmi del mondo e quella "preventiva”, dei mercanti d’armi. Miserabile attività, questa, “nobilitata” alcuni giorni fa dalla presenza del bombarolo D’Alema, che, guarda la combinazione, si avvaleva, nel bombardare, del peggior ministro della difesa che abbia avuto l’Italia, in attesa di far carriera per essere il peggior presidente della repubblica).
Morale: la Costituzione dovrebbe essere riletta e corretta da esperti logici matematici. Ieri ho avuto confronti molto vivaci con colleghi “legulei” che ascoltavano “dall’alto in basso”, le mie critiche alla formulazione e alle interpretazioni dell’art. 11. Secondo loro, mi hanno fatto nero.
Oggi gli ho inviato l’articolo in seconda pagina de La Verità: “La costituzione è stata stropicciata pure sugli aiuti letali agli aggrediti” a doppia firma: un Avvocato del Foro di Verona (Filippo Borelli) e di un Costituzionalista (Daniele Trabucco).
Il premio Oscar Roberto Benigni, esperto maniaco in attributimetria (da metron, metria = misura, attributi = organi sessuali maschili; quindi, misure di organi sessuali maschili) anche sul palcoscenico (famosa la sua stretta al volo a Baudo, in corsa all’indietro), va in estasi nel decantare la perfezione della Costituzione più bella del mondo. Sentite tutte le elucubrazioni degli esperti costituzionalisti, per giustificare l’invio di armi e quindi la “guerra per interposta persona”, del governo Draghi, contro la Russia, sarebbe interessantissima una trasmissione moderata da Benigni, con ospiti la decina di esperti in cavilli, per dimostrare ancora una volta la veridicità della constatazione “fatta la legge, trovato l’inganno”, espressione usatissima in quasi tutte le lingue del mondo e che si fa risalire al solito Socrate.
Quindi, se in tutto il mondo si trova il modo per aggirare una legge, figuriamoci in Italia, madre inesauribile e prolifica di tanti avvocati Azzeccagarbugli, discendenti diretti della sapienza dei romani, che infatti, dicevano “Facta lex, inventa fraus”! Invece di finire nel ginepraio litigioso del capello spaccato in miliardi di parti, specialità italiana, per il problema che qui ci interessa, bastava riferirsi al mai lodato abbastanza Socrate: “Vada come sta a cuore al dio. Alla legge si obbedisce. Difendersi si deve.” (Socrate in Platone, Apologia di Socrate; II capitolo 19,5).
Ovvero: l’Italia ripudia la guerra, salvo per difendersi, nel caso venisse attaccata. Per cui, bando alle ciance, quando serve, l’Italia se ne sbatte della Costituzione di gomma, e la stiracchia a piacere! Guerra agli erroneamente chiamati no-vax, docet! Avevo molto lodato la dichiarazione attribuita a Salvini, tipo “Se dovessero partire le armi per l’Ucraina, partiranno senza la mia firma!” Non so se abbia espresso davvero un simile proposito che avevo giudicato, in ogni caso, nobile, coraggioso e degno di far cadere il governo, nonostante la pressione guerrafondaia della Nato. Ho poi ascoltato le sue dichiarazioni, dopo aver messo, docile docile, la firma all’ulteriore errore di questo governo “dei peggiori”.
Salvini, che pure ha grossi meriti, o parli anche lui come Conte di meno o sia più coerente. Putin, rischia la guerra civile in casa e un Vietnam esplosivo nella polveriera Ucraina. È sempre più probabile che non esca vivo, da quest’inferno, come politico o addirittura come uomo (come del resto il grillino nazionalista ucraino). I famosi 33 denari, a via di svalutazione, sono arrivati a un milione di dollari! È diventato un assassino, forse a conoscenza della verità sull’ipotizzato avvelenamento di Victor Yushenko, nel 2004, anticipatore serio, preparatissimo e moderato dell’emulo ucraino di Beppe Grillo. Ma, come agli omicidi, se dimostrate, vengono riconosciute le attenuanti e diminuite le pene, così dovrebbe essere per Putin. Yushenko, da Presidente, non ha mai chiesto, né pensato, di fare il saltone della quaglia, passando da alleato della Madre Russia a possibile nemico in guerra. Putin aveva chiesto di entrare nella Nato. Gli era stato negato, per la forma della richiesta (non volere le lungaggini burocratiche tipiche per le domande di piccoli paesi).
Quali nazioni europee avevano fatto venire i grilli in testa a Zelensky sull’immediata ammissione alla UE e sull’entrata altrettanto immediata nella Nato? Chi ha incoraggiato simili voli pindarici in un paese diviso e bellicoso, con contenziosi territoriali e guerre da più di un secolo (dal 1918) e con contrapposizioni interne di una violenza, per fortuna, assente da noi? Non ci vuole molto a immaginare che gli eredi politici di Janukovic, storico nemico di Yushenko (a tal punto, secondo la congettura, da chiedere la collaborazione di Mosca per avvelenarlo) questa volta abbiano chiesto, per salvare la patria, l’intervento di Mosca...
La Nato e gli USA, nel dopoguerra non hanno fatto altro, con l’assurda volontà d’esportare il modello di governo democratico, che esportare la guerra, senza governo democratico. In una tal situazione di lotte ufficiali e sotterranee, come ora in Ucraina e come sempre avviene, i contendenti sono stati foraggiati e armati, anche da quel bel mondo che vive e s’ingrassa sulle disgrazie altrui, vedi addirittura il nostro sottile pensatore Massimo D’Alema con la nuova attività di attivista per la pace (mercante d’armi: “Con me avrete guadagni straordinari”, La Verità, prima pagina, 2/3/2022).
(Segue...)