Esteri
Guerra Ucraina, l'Ue si spacca: l'est pressa Biden per intervenire
Baltico ed Europa orientale in subbuglio, premono per intervenire in caso di utilizzo di armi chimiche da parte di Putin. Il resto dell'Ue e Biden nicchiano
Guerra in Ucraina, l'Europa nord orientale spinge per intervenire in caso Putin usi armi chimiche
Dall'Europa nord orientale arriva il pressing a Joe Biden per fare sul serio contro la Russia. Come riporta Repubblica, si è sviluppato un dibattito piuttosto intenso. "Che vede contrapposti due “partiti” che suggeriscono due diverse posture nei confronti della Russia. Il partito dei “falchi” e quello dei “realisti”. Nel primo ci sono quasi tutti i Paesi dell’est europeo. In primo luogo la Polonia. Ma anche i Baltici. Tutte nazioni che confinano con l’Orso putiniano e che ricordano come una cicatrice indelebile la presenza russa nei loro territori".
L'Europa nord orientale vuole stabilire una “red line”, una linea rossa che non possa essere varcata. "Pena la risposta immediata della Nato sul piano militare", spiega Repubblica. "Questa linea rossa – nelle intenzioni di Varsavia e degli alleati orientali – dovrebbe essere segnata su un paio di piani. Il primo è l’uso delle armi chimiche. Il secondo è un confine temporale. Sostanzialmente se Mosca dovesse ricorrere all’arsenale dei gas o se il conflitto con Kiev dovesse andare troppo per le lunghe, allora la Nato dovrebbe essere chiamata al coinvolgimento diretto".
Ma "questa posizione", dice sempre Repubblica, "non convince tutti gli altri alleati. A cominciare dagli Stati Uniti. Per la Casa Bianca, l’idea di un conflitto diretto con Mosca è un incubo. Intanto i tre paesi Baltici- Estonia, Lettonia e Lituania- hanno espulso oggi un totale di dieci diplomatici russi. Sono tutti accusati di "attività non compatibili con il loro status diplomatico", formula spesso usata per lo spionaggio. I ministeri degli Esteri dei tre paesi hanno anche sottolineato che si tratta di una misura presa in solidarietà con l'Ucraina. Un tweet del ministro degli Esteri lettone, Edgars Rinkevics, ha rimarcato che le espulsioni sono state coordinate fra le tre capitali. Estonia e Lettonia hanno ciascuna espulso tre diplomatici, mentre la Lituania ne ha espulsi quattro.
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