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Guerra Ucraina: trattativa alle porte? Putin rilancia con i missili Oreshnik. Nuove minacce all'Occidente

Di Massimo Falcioni

Non è più il momento di promettere a Zelensky nuove armi. Darla vinta a Putin oggi, può voler dire dimostrare che l’Occidente non sa difendere se stesso.

Ucraina, Mosca minaccia: "I missili Oreshnik possono raggiungere tutta l'Europa". Serve un fronte unito in Occidente

C’è chi, anche in Italia, pensa ancora che in Ucraina Putin stia “giocando” in una guerra poco più che locale, non credendo alle sue minacce imperialiste contro l’Occidente, prima tappa l’Europa. L’ultimo ordine dato da Putin per la “produzione in serie” dei nuovi missili balistici ipersonici Oreshnik capaci di colpire tutta l’Europa (missile lanciato l’altro giorno sulla città ucraina centro-orientale di Dinipro che vola a 3 chilometri al secondo per oltre 3.000 miglia e con l’Occidente oggi non in grado di intercettarlo) è un chiaro messaggio intimidatorio di Mosca alle potenze occidentali, rafforzando le proprie posizioni prima di una trattativa, ancora di là da venire. “Il nuovo sistema missilistico russo Oreshnik cambierà lo sviluppo del conflitto ucraino” ha dichiarato il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitri Medvedev ripetendo che: “La Russia potrebbe usare le armi nucleari” anche se le considera “l’ultima opzione”.

 “Il rischio di una guerra globale è reale” ha detto il premier polacco Donald Tusk.  Esagerazioni? Forse una faccia della stessa medaglia dove dall’altra parte c’è scolpita la promessa di Trump di risolvere “in poche ore” questa guerra che ha già provocato oltre un milione di morti, distruzioni e danni di ogni tipo. Non c’è alternativa a una soluzione di pace. Facile a dirsi. Ma come ci si arriva con Putin che tiene l’Europa sotto tiro continuando a minacciare: “Useremo altri super missili” mentre soldati della Corea del nord al servizio di Mosca sono già stati avvistati a Mariupol e Kharkiv?  

Per l’Occidente, non è il momento di bussare alla porta di Putin divisi, tanto meno inginocchiati, con il cappello in mano. Il governo italiano, anche su questo nodo decisivo, non è unito. La premier Meloni si muove a zig-zag all’interno del suo esecutivo affinchè non sia proprio questa la bomba che fa saltare il primo governo di centrodestra in Italia dopo la nascita della Repubblica. Non è più il momento di promettere a Zelensky nuove armi, non si sa quando. Cosa aspetta l’Occidente, l’Europa in testa, a presentare a Putin una “reale” proposta di pace? Piaccia o no, è comunque con il rais russo che bisogna trattare. Anche a muso duro, se serve, dicendo a Putin che l’Occidente non abbandona l’Ucraina per le sue minacce nucleari: le bombe atomiche le hanno anche gli altri. L’Occidente vuole la pace ma che, se costretti, può anche usare la forza. Mostrarsi arrendevoli vuol dire infilarsi nelle fauci del leone. Ci vuole deterrenza.

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Chi, anche in Italia, insiste che bisogna “darla vinta” a Putin e sacrificare l’Ucraina per evitare l’allargamento della guerra è fuori dalla realtà. Putin vuole una pace stabile in Ucraina? Putin vuole che l’Ucraina diventi una colonia russa. Intanto gli sta bene una pausa per poi allungare le sue fauci verso ovest, tornare almeno ai confini dell’Unione Sovietica post seconda guerra mondiale. Darla vinta a Putin oggi, può voler dire dimostrare che l’Occidente non sa difendere se stesso. Dunque? Negoziare sì ma senza l’illusione di aver riportato il paradiso in terra. La strada è lunga e polverosa. Molto polverosa.