Esteri

Il Regno Unito vuole mandare i richiedenti asilo in Rwanda: ecco come

di Enrico Verga

Le stime di France 24 parlano di un investimento del governo inglese di 140 milioni di sterline (170 milioni di euro circa)

In Kenya gli inglesi, tra violenze e stupri sui civili (donne e bambine), non si fecero mancare nulla. L’etnia dei Kikuyo fu rinchiusa sistematicamente in quelli che, ai tempi, vennero definiti “Gulag britannici”. Gli storici stimano che persero la vita (per stenti, malattie e simili) tra i 20 e i 100 mila africani. L’evento di maggior entità, verso cui persino il glorificato Wiston Churchil non nascondeva soddisfazione, fu la carestia indiana per il grano.

Si stima che tra i 12 e i 29 milioni di indiani morirono di fame quando l’esercito di sua maestà affamò la popolazione, per mantenere le truppe e gli interessi alimentari della corona. Con questo curriculum di storica civiltà non è difficile comprendere la preoccupazione, sui “campi di concentramento” inglesi in Rwanda. Oggi questi massacri sarebbero politicamente scorretti, persino per una nazione extra comunitaria. Eppure, nonostante il Regno Unito sia una democrazia antica, le sue scelte recenti sembrano tornare a ripetere gli errori del passato: deportare in luoghi lontani gli indesiderati e dimenticarli.