Esteri

Immigrazione, accordo Ue: hotspot da novembre. In arrivo un miliardo di euro

Il vertice straordinario del Consiglio Ue terminato a notte fonda porta fa dei passi in avanti sul fronte dell'immigrazione, problema definito dai capi di Stato e di governo Ue come "una crisi senza precedenti". Hotspot attivi entro novembre, stop al caos alle frontiere esterne e un miliardo di euro per sostenere le agenzie Onu che stanno aiutando i profughi sono i risultati delle discussioni a Bruxelles. Una notte importante per l’Italia, commenta Renzi gli accordi raggiunti al vertice straordinario dei paesi europei a Bruxelles. Dublino sarà superata a piccoli passi, aggiunge il premier. Soddisfazione ribadita anche dal ministro dell'Interno Angelino Alfano in una lettera al Corriere della Sera.

Anche dai quattro premier (Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria e Romania) che hanno votato contro il meccanismo di ridistribuzione e si sono visti imporre la decisione non ci sono state reazioni particolari. "L’atmosfera è stata migliore delle mie attese. Sono soddisfatto", puntualizza il presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker. E il presidente del consiglio Ue Donald Tusk parla di "momento simbolico" perché si è messo fine al "gioco rischioso del biasimo reciproco". L'ondata più grande di profughi, aggiunge, "deve ancora arrivare" ed "è chiaro a tutti che non possiamo continuare come prima" con "porte e finestre aperte", e si pensa alla creazione di guardie di frontiera Ue. 

Occorre anche sostegno economico ai Paesi del vicinato più esposti alle crisi di Iraq e Siria, a partire dalla Turchia, il cui presidente Erdogan sarà a Bruxelles il 5 ottobre prossimo. I fondi a disposizione però non bastano e Bruxelles ha richiamato i partner comunitari a mettere sul piatto denaro fresco, ottenendo riscontri positivi. Ai Paesi si sono chiesti 500milioni di euro per il trust fund per la Siria (a cui l'Italia contribuisce con tre milioni di euro e la Germania con cinque); 1,8 miliardi di euro per il Fondo per l'Africa; ma anche che gli stanziamenti dei Paesi ("drasticamente ridotti" nel 2015) per le agenzie che si occupano di rifugiati come il World food program e l'Unhcr tornino ai livelli del 2014, fino ad un miliardo di euro almeno.