Esteri
Iran, attacco di droni contro una fabbrica di munizioni. "Coinvolti gli Usa"
È mistero sugli autori, le autorità iraniane non hanno accusato nessuno, malgrado in passato sia stato puntato il dito contro Israele
Attacco con droni contro una fabbrica di munizioni in Iran. La Difesa: "L'attacco non ha avuto successo"
Un attacco di droni ha provocato un'esplosione in una fabbrica di munizioni a Isfahan, nel centro dell'Iran. Un comunicato della Difesa iraniana, citato dall'agenzia Irna, afferma che l'attacco "non ha avuto successo", con uno dei droni abbattuto dalla contraerea e altri due esplosi grazie a "trappole" predisposte a difesa dell'impianto. Il comunicato aggiunge che vi sono stati "danni minori" al tetto della fabbrica e che nessuno è rimasto ferito. Sui media iraniani è stato diffuso un video dell'esplosione, dove si sente un forte boato.
Le autorità iraniane non hanno al momento accusato nessuno dell'attacco, malgrado in passato sia stato puntato il dito contro Israele. Nel frattempo un importante incendio si è sviluppato in una raffineria di petrolio nella città settentrionale di Tabriz, ma non ci sono per ora indicazioni di un collegamento fra i due fatti.
L'attacco dei droni avviene in un momento di forte tensione in Iran, dove sono in corso da mesi proteste popolari contro il regime. Nel frattempo i negoziati sul rinnovo dell'accordo sul nucleare sono ad un punto morto e Teheran viene accusata di fornire alla Russia droni usati negli attacchi in Ucraina.
Intanto Israele scrive che l'attacco con i droni ad una fabbrica militare in Iran è stato un eccezionale successo, malgrado l'Iran abbia ammesso solo "danni minori al tetto" sul Jerusalem Post, citando fonti estere e d'intelligence occidentale, mentre fonti citate da Al Arabiya riferiscono che nell'attacco sarebbero coinvolti gli Stati Uniti e "un altro paese" e che l'obiettivo era un deposito con missili balistici.
Il Jerusalem Post ricorda come in passato servizi d'intelligence occidentali e fonti iraniane abbiano attribuito ai servizi israeliani del Mossad gli attacchi a impianti nucleari a Natanz nel 2020 e 2021, ad un impianto nucleare a Karaj nel 2021 e la distruzione di 120 droni iraniani nel febbraio 2022. Inoltre, scrive ancora il quotidiano, "ci sono poche organizzazioni oltre al Mossad che dispongono delle capacità avanzate e chirurgiche dimostrate in questa operazione".
L'Iran ha sempre parlato di attacchi falliti, dovendo poi ammetterne l'ampiezza di fronte all'evidenza di immagini satellitari e altre prove emerse in pubblico. Non è chiaro, continua il Jerusalem Post, se le armi avanzate danneggiate nell'attacco siano solo convenzionali o possano avere un doppio uso come certi missili balistici o equipaggiamenti esplosivi che possono essere usati anche con bombe nucleari.
Il ministero della Difesa iraniano ha ammesso l'attacco con i droni ad una sua fabbrica a Isfahan, ma non ha spiegato cosa produca l'impianto colpito, né sono stati indicati responsabili dell'attacco, anche se Teheran ne parla come di "un laboratorio".
Il raid con droni carichi di esplosivi è avvenuto attorno alle 23.30 ora locale di ieri sera. Secondo il comunicato della Difesa di Teheran, gli aerei senza pilota erano tre: uno è stato abbattuto dalla contraerea e altri due sono esplosi grazie a "trappole" predisposte a difesa dell'impianto.
Iran: secondo le ong ci sono oltre 500 morti dall' inizio delle proteste popolari
Sono almeno 527 le persone rimaste uccise in Iran in oltre quattro mesi di manifestazioni contro il regime. A diffondere il dato è un rapporto di Human Rights Activists News Agency, organizzazione con base negli Stati Uniti.
Fra i morti, si legge nel rapporto, ci sono 71 minorenni e 70 membri delle forze dell'ordine. Le persone arrestate sono quasi 20mila e oltre cento rischiano una condanna a morte. Alcune esecuzioni sono già avvenute. La protesta si è estesa a 160 città oltre a Teheran.
Al momento le autorità iraniane non hanno diffuso il numero dei morti e le persone arrestate nelle proteste scatenate dalla morte di Mahsa Amini, la giovane deceduta il 16 settembre dopo essere stata arrestata dalla polizia per aver mal indossato il velo.