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Marin, non c'entrano i balli sexy. Finlandesi furiosi perché "spendeva troppo"

Così è stata sconfitta da un timido ex militare, il problema non era certo la sovraesposizione ma ben altro. "Non ha mai messo il tetto al prezzo del gas"

Finlandia, Sanna Marin e quel malcontento diffuso non percepito

La Finlandia ha bocciato Sanna Marin, l'icona della sinistra: affascinante e stravagante. Ma questo non è bastato per farla rieleggere. "Spende troppo", le hanno rimproverato i detrattori criticando la spesa pubblica del suo programma. "Splende troppo" è il giudizio degli elettori, anche ora che i cartelloni elettorali sono stati staccati tutti: troppi follower su Instagram, troppe copertine sui giornali, troppe sortite notturne (con una guerra al confine e l’adesione alla Nato da portare a casa). Le elezioni finlandesi di domenica sono sembrate un referendum su Sanna Marin, icona della sinistra e della leadership al femminile. Che ne è uscita terza con il 19,9% dei voti (43 seggi). Giovane, affascinante e radicale (soprattutto in questa campagna, in cui ha strappato voti a Verdi e Sinistra), la 37enne Marin è stata la premier con più visibilità che la Finlandia abbia mai avuto.

Petteri Orpo, il leader del Partito di Coalizione Nazionale che ha vinto le elezioni (20,8% dei voti, 48 seggi), - prosegue il Corriere - è un ex militare di mezza età un po' timido e liberista: la sua antitesi. "Abbiamo perso sull’economia", constata il numero 2 del partito Matias Mäkynen, 32 anni, la mattina dopo la sconfitta. La sua colazione, al tavolo del Presidentti Hotel dove la sera prima c’è stata la festa (si fa per dire) difine campagna, è quasi intatta. "Non abbiamo per esempio messo un tetto ai prezzi del gas". Il governo Marin ha accumulato 40 miliardi di debito. Orpo ha vinto promettendone 6 di tagli su case popolari e sussidi di disoccupazione, «ma pensiamo che dovrà tagliare anche sulla scuola», conclude Mäkynen. La socialdemocrazia, cioè, costa. E la crisi globale si fa sentire anche qui.