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Polonia, Tusk "riporta" Varsavia in Ue. Una mazzata per gli amici di Meloni

di Redazione Esteri

Esito clamoroso delle elezioni: sovranisti primo partito per voti (36,8%) ma senza maggioranza. Dopo otto anni cambia tutto, opposizioni unite per governare

Elezioni Polonia, esulta Tusk: "Sconfitto il populismo, finito il periodo cupo per il Paese"

Clamoroso in Polonia, cadono i sovranisti filo-meloniani, al governo tornerà l'opposizione di matrice europeista. Nelle elezioni legislative svoltesi ieri che hanno segnato un'affluenza record, il partito conservatore e nazionalista Diritto e Giustizia (PiS) guidato da Jaroslaw Kaczynski è arrivato primo come previsto, con il 36,8% distanziando l'alleanza elettorale centrista ed europeista 'Coalizione Civica' (Ko) dell'ex presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, cui andrebbe 31,6%. Ma Tusk potrà contare su una maggioranza di 248 deputati al Sejm, la Camera bassa, considerando le alleanze con due partiti minori che si sono già dichiarati disposti a governare con lui. "Questo periodo cupo è finito, il regno populista di Diritto e Giustizia è finito", ha esultato Tursk in serata davanti ai suoi sostenitori. "La Polonia ha vinto, la democrazia ha vinto", ha scandito evidentemente già sicuro del risultato.

Anche se il presidente polacco Andrzej Duda dovrebbe affidare l'incarico esplorativo al partito vincitore delle elezioni, il PiS di Kaczynski e del premier uscente Mateusz Morawiecki potrebbe solo cercare di convincere i peraltro ufficialmente riluttanti estremisti di destra di 'Confederazione': il partito razzista, omofobo e intenzionato a tagliare gli aiuti militari all'Ucraina avrebbe però raccolto solo il 6,2% dei voti e quindi 12 deputati che porterebbero la coalizione di destra a controllare solo 212 parlamentari su 460.

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A trainare la probabile vittoria di Tusk è stata l'affluenza alle urne, quasi sicuramente record da quando la Polonia vota in democrazia. In campagna elettorale, Tusk aveva giurato di "riportare la Polonia in Europa" e di invertire quello che aveva descritto come il corso illiberale del Paese, promettendo una Polonia aperta al dialogo con l'Europa unita e il mondo, tollerante, fedele ai diritti degli uomini e donne, sensibile ai problemi climatici e rispettosa dello stato di diritto. "La maggioranza dei polacchi ha votato per il cambiamento. Vogliono una Polonia forte, stabile e orientata al futuro nel cuore dell'Ue.