Esteri
Regno Unito, Boris Johnson si dimette da leader Tory: "Sosterrò nuovo premier"
Boris Johnson: "Nessuno è indispensabile, sosterrò nuovo premier. Il Regno Unito continuerà ad appoggiare l'Ucraina
Regno Unito, Johnson lascia: si dimette da leader Tory
Boris Johnson ha annunciato formalmente le sue dimissioni da leader del Partito Conservatore britannico, forza di maggioranza in Parlamento, in un discorso alla nazione. Il premier - travolto alla fine dai contraccolpi degli ultimi scandali e da una raffica di dimissioni in seno alla sua compagine - intende comunque restare capo del governo fino all'elezione di un successore alla guida dei Tories prevista per ottobre, visti in tempi imposti dal recesso parlamentare estivo che inizia fra due settimane.
Regno Unito, Johnson: nessuno indispensabile, sosterrò nuovo premier
"La volontà del partito Conservatore è che ci dovrebbe essere nuovo leader e quindi un nuovo premier, per questo accolgo le richieste dei parlamentari e inizia un processo per scegliere questo nuovo leader, il calendario sarà annunciato la prossima settimana e oggi abbiamo nominato i nuovi ministri nei posti vacanti", a "Westminister c'è un vento di cambiamento", ma "in politica nessuno è indispensabile" e "sosterrò" il mio successore. Lo ha detto il premier dimissionario del Regno unito Boris Johnson annunciando le sue dimissioni ma che resterà fino a ottobre quando verrà scelto il nuovo leader. "Abbiamo un ottimo sistema che produrrà un leader che portarà avanti questo paese anche nei in momenti difficili".
Boris Johnson: Regno Unito continuerà a sostenere l'Ucraina
Boris Johnson si e' rivolto "al popolo ucraino" per assicurare che il Regno Unito "continuera' a sostenere l'Ucraina" con forza anche dopo la sua uscita di scena. Il premier lo ha detto nel discorso alla nazione in cui ha annunciato le dimissioni per ora da leader Tory: discorso dal tono assertivo e ottimista, nonostante tutto, pronunciato dinanzi a una piccola folla di ministri e funzionari tra i piu' fedeli, e alla first lady Carrie con cagnolino in braccio, rivendicando fra i meriti della sua premiership il ruolo di prima fila svolto al fianco di Kiev dopo l'invasione della Russia.
Regno Unito, Johnson ricompone gabinetto, rimpiazza Gove con Clark
Boris Johnson ha proceduto alla sostituzione d Michael Gove ministro per il Livellamento delle Diseguaglianze Territoriali - silurato ieri sera dopo essere stato accusato di tradimento e di essersi comportato come "un serpente" dal suo entourage - con Greg Clark, gia' ministro della Attivita' Produttive sotto Theresa May e finora oppositore di BoJo in casa Tory. Lo annuncia Downing Street, lasciando quindi intendere che il premier voglia mantenere il punto sull'idea di restare a capo del governo fino all'elezione di un nuovo leader conservatore a ottobre. Preannunciate anche altre nomine per la ricomposizione dell'intero gabinetto.
Regno Unito, media: Johnson si dimettera' oggi
Il primo ministro britannico Boris Johnson si è detto pronto a dimettersi subito, oggi, dalla carica di leader dei Tory e in autunno, o meglio a ottobre, da quella di premier. Lo ha precisato la Bbc affermando che quest'estate si svolgerà una corsa alla leadership del partito dei conservatori. A ottobre, ha ricordato l'emittente, si svolgerà la conferenza dei Tory. Un portavoce del governo britannico ha annunciato che ''il primo ministro farà oggi una dichiarazione al Paese".
Regno Unito, si dimette anche Lewis: ministro per l'Irlanda del Nord. Boris Johnson isolato
Nel Regno Unito sale a 49 il numero di ministri e collaboratori del governo che hanno lasciato il proprio incarico in polemica con il premier Boris Johnson. L'ultimo ad abbandonare la nave e' stato il ministro per l'Irlanda del Nord, Brandon Lewis. Prende sempre più piede dunque l'ipotesi di dimissioni del primo ministro inglese.
Regno Unito, Johnson solleva dall'incarico il ministro Michael Gove
Ieri sera il Johnson ha sollevato dall'incarico Michael Gove, ministro responsabile per la lotta alle diseguaglianze economiche.
Regno Unito, il segretario di Boris Johnson: 'premier di ottimo umore, combatterà'
Il segretario parlamentare privato di Boris Johnson, James Duddridge, ha dichiarato a Sky News che il primo ministro "e' di ottimo umore e continuera' a combattere". E' quindi confermato che Johnson per il momento non abbia alcuna intenzione di ascoltare l'appello dei membri del governo che gli chiedono di farsi da parte, dopo che il caso Pincher si e' aggiunto a una lunga serie di scandali. "Ha il mandato di 14 milioni di persone e cosi' tanto da fare per il Paese", ha aggiunto Duddridge, "prevedo che questa sera faccia importanti nomine di governo e non vedo l'oro di ascoltare cosa il premier e il suo fantastico cancelliere dello scacchiere Nadhim Zahawi abbiano da dire domani".
Viene quindi confermato anche che il primo ministro stia lavorando a un discorso sull'economia. Zahawi, secondo i media, faceva parte del gruppo di ministri che si era recato al numero 10 di Downing Street per chiedere al premier un passo indietro. Fonti del suo staff affermano, nondimeno, che il nuovo responsabile dell'Economia non abbia alcuna intenzione di dimettersi a un giorno dalla nomina. "Intende concentrarsi sull'abbassamento del carico fiscale e aiutare con il problema del costo della vita", hanno spiegato le fonti a Sky.
GB: BIDEN DOPO DIMISSIONI JOHNSON, 'RELAZIONE SPECIALE RIMANE FORTE E DURATURA'
"Il Regno Unito e gli Stati Uniti sono gli amici e gli alleati più stretti e la relazione speciale tra i nostri due popoli rimane forte e duratura". E' quanto si legge in una dichiarazione di Joe Biden diffusa dopo l'annuncio delle dimissioni di Boris Johnson. "Sono ansioso di continuare la nostra stretta cooperazione con il governo del Regno Unito, così come con i nostri alleati e partner nel mondo, su una serie di importanti priorità - prosegue la dichiarazione del presidente americano riportata dalla Cnn - queste comprendono il mantenimento di un approccio forte ed unitario nel sostenere il popolo ucraino mentre si difende dalla guerra brutale di Putin contro la sua democrazia e considerare la Russia responsabile delle sue azioni".