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Riarmo europeo bocciato dal Mef: "I missili non si comprano al supermercato". I conti non tornano

Il governo italiano frena sul piano da 800 miliardi presentato da von der Leyen

di Redazione Esteri

Riarmo europeo, tutti i dubbi dell'Italia e le divergenze all'interno del governo

Ursula von der Leyen ha annunciato un piano per il riarmo dell'Europa da 800 miliardi, una decisione improvvisa che ha spiazzato molti leader. Ogni Stato membro adesso dovrà fare i conti per valutare la sostenibilità economica per questo riarmo. Il governo italiano, prima ancora di fare i conti, si è spaccato sulla necessità di farlo. Da una parte c'è il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini, che dice: "Von der Leyen presenterà il piano, credo che nessuno si aspettasse 800 miliardi di investimenti militari. Fino all’altro giorno non si poteva investire un euro in più per la sanità e per le pensioni, ora invece si può fare senza indebitarsi? Una scelta sbagliata".

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Diametralmente opposta è invece la posizione dell'altro vicepremier, il segretario di Forza Italia Antonio Tajani, che invece sostiene il piano di von der Leyen. Meloni ha convocato entrambi i vice per affrontare l'argomento. La premier sembra più allineata con Tajani su questo punto. Ma la posizione ufficiale dell’Italia - riporta Il Corriere della Sera - sarà esposta solo oggi da Meloni, nel vertice europeo straordinario di Bruxelles convocato per dare una risposta unitaria, se possibile, alle mosse di Trump sull’Ucraina, allo stop all’invio di armi a Kiev e al piano della presidente della commissione Ursula von der Leyen che prevede un riarmo da 800 miliardi.

Anche il ministro dell'Economia ed esponente della Lega Giancarlo Giorgetti ha espresso perplessità su questo riarmo dell'Europa: "Gli aiuti all’Ucraina non sono in discussione, ma altra cosa è la difesa e sicurezza europea che implica un programma ragionato, meditato, di investimenti in infrastrutture militari che abbiano un senso, e non fatto in fretta e furia senza una logica. Ricordo che per comprare un drone o un missile supersonico, non si va al supermercato, ci vogliono investimenti pluriennali".

Quindi, gli investimenti servono, ma esiste anche una cautela, che è quella che - prosegue Il Corriere - passa in queste ore negli scambi fra Palazzo Chigi e Mef. In primo luogo Meloni ha bisogno di avere risposte, e oggi a Bruxelles in parte arriveranno, su molti dettagli tecnici, finanziari e non solo. L’Europa ci consente di spendere, ma a quali condizioni? È la prima domanda. Sul lato finanziario, poi, la cautela di Meloni è legata ai piani di rientro, trattandosi alla fine di prestiti, capacità finanziarie che andranno comunque restituite per non gravare sul debito pubblico italiano.

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