Esteri

Super bowl 2021, i pupazzi di cartone applaudono la leggenda Tom Brady

di Daniele Rosa

In un’atmosfera irreale anche gli spot milionari diventano solidali

Il Super Bowl in epoca di pandemia ha segnato la meritata vittoria dei Tampa Buccaneers sui Kansas City Chiefs, 31-9. La squadra della Florida, dopo 19 anni, ha così conquistato il suo secondo titolo.La partita ha permesso a Tom Brady, una leggenda tra le leggende, di lanciare due passaggi touchdown al suo amico Rob Gronkowski e poter strappare così il record di giocatore più anziano ad alzare il prestigioso trofeo.

All’età di 43 anni Brady, un Cristiano Ronaldo per gli americani, ha alimentato ancora una volta il suo mito. E lo ha fatto contro quello che è già il suo erede, il 25enne Patrick Mahomes, 25 anni, l'astro nascente.

La vittoria di Brady non è stata una novità, mentre quello che è stato diverso era tutto il resto.Lo spettacolo del Super Bowl con il Coronavirus, come d’altra parte ogni cosa di questi tempi, è stato strano e virtuale.

Metà del pubblico era tutto di cartone, sorridenti pupazzi bidimensionali inchiodati alle sedie.

E sono stati diversi pure gli spot televisivi da cinque milioni di dollari ogni mezzo minuto, con alcuni brand che hanno regalato immagini di persone senza mascherina a quasi 100 milioni di telespettatori.

Altri hanno ricordato il grande lavoro dei tanti per lottare contra la pandemia, o hanno parlato di disoccupati che sognavano il lavoro. Uber Eats ha chiesto agli americani di mangiare nei ristoranti locali. Molto meno profitto e più solidarietà.

La seconda star della notte è stata Bruce Springsteen, che dopo 10 anni ha accettato di girare uno spot per Jeep.

Un anno fa Shakira e Jennifer López hanno fatto sognare l’America con il loro spettacolo dal vivo fatto di corpi, sudore, mani, bocche, fianchi e gambe. Tutto il contrario del distanziamento sociale, delle mascherine e del disinfettante per le mani. E nessuno l’anno scorso avrebbe mai immaginato cosa sarebbe successo subito dopo.

Le poche migliaia di persone in vivo sugli spalti hanno potuto seguire sugli schermi il trentenne canadese Abel Tesfaye con un set imponente di luci e un coro che ha mantenuto la distanza sociale. La star ha attraversato i corridoi pieni di specchi e luci dei camerini cantando con ballerini dai volti coperti da bende.

La stessa freddezza ha pesato sulla performance sobria ma sovrastimata della giovane poetessa Amanda Gorman, che, dopo aver stupito il mondo con il suo recital all'inaugurazione del presidente Joe Biden, ha introdotto la poesia per la prima volta nella storia del Super Bowl. La poetessa 22enne ha letto i suoi versi prima della partita che rendeva omaggio a tre operai essenziali durante la pandemia, un veterano della marina, un insegnante e un'infermiera.

L'inno nazionale è stato cantato per la prima volta da un duo, composto dalla star country Eric Church e dalla cantante soul Jazmine Sullivan che nell'acconciatura aveva un velato omaggio a quella di Whitney Houston nel film The Bodyguard.

E questo è  stato quasi tutto nell’incredibile Superbowl gestito dal Coronavirus.