Esteri
Twitter a Musk? Accelera la guerra tra governi e potenze digitali. E Trump...
L'acquisizione del social da parte del patron di Tesla avrà tra gli effetti collaterali quello di intensificare la battaglia tra potenze politiche e digitali
Come i governi stanno cercando di arginare le potenze digitali
Da più parti i governi hanno lanciato una battaglia per provare a rimodulare il potere di questi colossi di trasformare la sfera pubblica attraverso la gesgtione algoritmica dei feed di informazioni, la capacità di concedere il diritto di parola o rimuoverlo, così come il potere di rendere effettivamente invisibili le persone cancellandole dalle ricerche di Google. Come se non esistessero.
Gli anni dal 2016 in avanti hanno visto una serie di attività imponenti con i social nel mirino: cause legali antitrust; la campagna presidenziale della senatrice Elizabeth Warren; audizioni del Congresso Usa; una grande indagine della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti; fughe di notizie dall'interno delle aziende; rivelazioni sensazionali dei media (lo scandalo Cambridge Analytica, il ruolo di Facebook nel facilitare il genocidio in Myanmar, il ruolo di YouTube nel radicalizzare i tiratori di massa ecc); indagini delle autorità della concorrenza nel Regno Unito, l'UE e altrove.
Secondo alcuni conteggi, ci sono almeno 70 azioni di questo tipo in corso in tutto il mondo al momento. Negli Stati Uniti, per esempio, quasi 40 stati hanno lanciato cause sulla concorrenza contro Google e il Dipartimento di Giustizia ne sta portando avanti una contro Facebook.
La guerra tra governi e social: l'esempio della Cina. Che ora spera di avere più influenza su Twitter...
La strada, come spesso accade, la sta indicando ora la Cina. La riorganizzazione autarchica cinese della rete e dello spazio digitale ha iniziato ad affascinare molti. Per esempio tutti coloro che hanno capito che persino internet può essere non solo regolato (seppur dialetticamente) ma anche sfruttato in modo funzionale ad alcuni obiettivi. A partire dai vicini asiatici ma per arrivare anche all'occidente.
Il concetto di "sovranità" è sempre più spesso accompagnato all'ambito tecnologico in tutto il mondo, anche con diverse accezioni rispetto alla dialettica tra regolatori e utenti. Ma c'è anche un'altra dimensione nel rapporto tra governi e social, ed è quella geopolitica. Nel 2020, in seguito agli scontri militari lungo il confine conteso, l'India ha iniziato a bannare decine e decine di app cinesi. Oltre a essere una rappresaglia, la mossa di Nuova Delhi è volta (come aveva fatto la Cina prima di tutti) a escludere competitor stranieri e favorire i propri attori nazionali. Ma gli stessi Stati Uniti hanno fatto passi concreti per bloccare le app cinesi sul territorio americano. Un po' ovunque, Europa compresa, ci si muove per evitare che i dati raccolti sui propri utenti vengano trasferiti all'estero.
Non è dunque un caso che sul caso Twitter si discuta anche dei molteplici interessi di Musk in Cina. L'accusa l'ha sganciata nientemeno che Jeff Bezos, sostenendo che con il patron di Tesla Twitter finirà per essere più filocinese. Finora il social bolla con un'etichetta i media cinesi, così come i suoi diplomatici. Che questa etichetta venga cancellata? Legittimo chiederselo, visto che Tesla produce larga parte del suo fatturato proprio in territorio cinese, dove ha ottenuto la possibilità di aprire uno stabilimento proprio senza le consuete lungaggini burocratiche che caratterizzano la vita delle grandi aziende internazionali a Pechino e dintorni.
Sia nel caso della limitazione delle libertà degli utenti, sia nel caso della restrizione del perimetro della globalizzazione tecnologica, l'Asia e il resto del mondo si ritrovano a dover agire in ritardo, spesso in maniera reattiva, in un modo non troppo dissimile alla Cina, che ha invece costruito negli anni un sistema già funzionante, seppur in continua evoluzione. Le varie leggi di Pechino su cybersecurity, algoritmi e privacy stanno incuriosendo molti governi occidentali che vorrebbero potersi muovere con lo stesso tipo di libertà e influenza su questi giganti digitali che invece hanno assunto un potere talvolta abnorme.
L'acquisto di Twitter da parte di Musk potrebbe accelerare il braccio di ferro con tra governi e potenze digitali. La sfida è appena cominciata.