Esteri
Dopo lo stop Usa agli aiuti, Zelensky si prepara a firmare l'accordo sulle terre rare e apre alla pace: "Pronto a lavorare sotto la guida di Trump"
Le stime degli esperti non aiutano Zelensky, certe armi sono introvabili in Europa

Syrskyi e Zelensky

Volodymyr Zelensky

Vladimir Zelensky
Ucraina, Zelensky: "Pronti a una tregua immediata in cielo e in mare"
"Siamo pronti a lavorare rapidamente per porre fine alla guerra e le prime fasi potrebbero essere il rilascio dei prigionieri e la tregua nel cielo (divieto di lancio di missili, droni a lungo raggio, bombe sulle reti energetiche e altre infrastrutture civili) e la tregua in mare immediatamente, se la Russia farà lo stesso. Quindi vogliamo procedere molto rapidamente in tutte le fasi successive e lavorare con gli Stati Uniti per concordare un solido accordo finale". Lo afferma Volodymyr Zelensky su X.
Ucraina, Zelensky: "Pronto a lavorare sotto la guida di Trump per la pace"
Volodymy Zelensky ha detto di voler "sistemare le cose" con Donald Trump dopo il litigio dei giorni scorsi alla Casa Bianca. "Il nostro incontro alla Casa Bianca non è andato come avrebbe dovuto. È deplorevole che sia andata in questo modo. È tempo di sistemare le cose. Vorremmo che la cooperazione e la comunicazione future fossero costruttive", ha spiegato sul suo profilo X. Aggiungendo: "Il mio team ed io siamo pronti a lavorare sotto la forte leadership del presidente Trump per ottenere una pace duratura".
Ucraina, Trump blocca gli aiuti a Kiev. Podolyak: "Pronti a negoziare con Usa dopo lo stop"
L'Ucraina è ''pronta a firmare in qualsiasi momento l'accordo sulle terre rare con gli Stati Uniti''. Lo ha dichiarato il primo ministro ucraino Denys Shmyhal nel corso di una conferenza stampa a Kiev dopo l'annuncio del presidente americano Donald Trump di sospendere gli aiuti militari all'Ucraina.
L'annuncio arriva dopo che Donald Trump ha dichiarato che toglierà le armi americane all'Ucraina: il presidente degli Stati Uniti non ha specificato le tempistiche ma si parla di una decisione imminente. Naturalmente lo scontro alla Casa Bianca dell'altro giorno con Zelensky non ha aiutato e adesso la situazione a Kiev rischia davvero di precipitare, con l'Europa divisa e impreparata per sostenere l'Ucraina.
Ma senza gli aiuti degli Usa, Zelensky quanta autonomia avrebbe per proseguire con la guerra? Alle condizioni attuali - in base a quanto risulta a Il Corriere della Sera - la stima più ripetuta resta che, se oggi Trump bloccasse le forniture militari, le forze armate ucraine potrebbero continuare a combattere con la stessa intensità per altri sei mesi. Ma la forza americana è data soprattutto dal contributo dell'intelligence, dai missili Patriot e dai sistemi di comunicazioni satellitari come Starlink.
Leggi anche: Meloni affossa il piano di Macron e Starmer: "L'Italia non manderà soldati in Ucraina"
Aiuti che l’Europa non è ancora in grado di fornire, sebbene alcuni suoi eserciti (francese, tedesco, britannico, polacco, dei Paesi baltici e del nord europeo con Norvegia e Finlandia in testa), stiano studiando i campi di battaglia ucraini, confidano alti ufficiali dello Stato maggiore di Kiev. Si stima - prosegue Il Corriere - che se nulla mutasse, l’arrivo di armi Usa continuerebbe sino a fine 2025. Ma non sono escluse circostanze impreviste. Gli analisti notano che, specie dopo il fallimento de l summit di Washington con Zelensky, Trump avrebbe comunque i poteri per bloccare gli invii. Ci sono diversi tipi di armamenti made in Usa che l’Europa non produce. Come i pezzi di ricambio e le munizioni per i corazzati Bradley, indispensabili mezzi di appoggio per le fanterie dovunque presenti sul fronte del Donbass.
Altre armi introvabili nella Ue sono i missili Himars e gli Atacms. Armin Papperger, presidente del Rheinmetall, il più grande gruppo industriale bellico tedesco, ha sottolineato come arsenali e depositi europei restino semivuoti. Le industrie non sono ancora riuscite a rimpiazzare le armi inviate in Ucraina dall’inizio della guerra e ciò è il risultato degli imponenti tagli ai budget della Difesa voluti dai governi Ue dopo la fine della Guerra Fredda.