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Esteri
Ucraina, l'insegnamento di Dostoevskij e la fine dell’egemonia Usa

Buffagni continua la sua brillante analisi: "Secondo logica di potenza, gli Stati Uniti non avevano alcuna ragione di occupare l’Iraq, sino ad allora cliente degli USA, o l’Afghanistan, che non poteva minacciare l’India o il Pakistan, o la Siria, che non poteva minacciare Israele e apparteneva invece, storicamente, alla sfera d’influenza russa. Si tratta di guerre puramente ideologiche, decise in quanto conformi a un progetto globale di riconfigurazione economica, politica, culturale dell’intero mondo. [...] Il fallimento catastrofico del progetto di riconfigurazione globale del mondo in un insieme di pacifiche liberal-democrazie capitalistiche guidate dal metro campione di tutte le liberal-democrazie capitalistiche, gli Stati Uniti d’America, e il sorgere delle due grandi potenze cinese e russa, impone una battuta d’arresto finale all’ordine internazionale unipolare liberal-democratico americano, e ne segna la fine nell’effettualità storica. Inizia a sorgere l’ordine internazionale multipolare".

"La guerra in Ucraina, che vede la vittoria militare della Russia e la sconfitta politica degli Stati Uniti, è la prima doglia del parto dell’ordine internazionale multipolare. La causa lontana della guerra in Ucraina è l’espansione a Est della NATO. Secondo logica di potenza, essa non è conforme all’interesse strategico degli Stati Uniti, perché provoca inutilmente la Russia, una potenza che non è in grado di diventare egemone regionale sul continente europeo; e perché getta la Russia nelle braccia della Cina, della quale sarebbe rivale naturale (4250 km di frontiera in comune). Nonostante i ripetuti, chiari moniti russi, gli americani perseguono l’espansione NATO sino all’Ucraina, integrandola de facto se non de jure, e provocano le attuali ostilità. Per gli USA, la posta in gioco in Ucraina è il prestigio della loro posizione di guida dell’ordine internazionale unipolare. Dico “il prestigio”, perché nei fatti, con il sorgere di due grandi potenze come Russia e Cina, l’ordine internazionale unipolare è già finito. Con la sconfitta politica che conseguirà alla guerra ucraina, questo prestigio degli Stati Uniti, o se si vuole la loro “investitura” di eccezionalità e superiorità, comincerà a logorarsi.

E conclude Buffagni: "Logoratosi e poi spentosi questo prestigio, deposta questa investitura, il pensiero dominante occidentale smetterà di essere dominante. I luoghi comuni, i riflessi condizionati, le certezze che oggi il pensiero dominante dà per scontate non saranno più scontate. Chi pensa nel mondo occidentale, dovrà di nuovo interrogarsi su che cosa è uomo, che cosa è mondo, che cosa è giusto, che cosa è sbagliato, che cosa male e che cosa bene: e dovranno chiedersi ‘da che punto di vista pensiamo e parliamo’: un punto di vista che non sarà mai più l’unico vero punto di vista da cui guardare il mondo e l’uomo. Come diceva un orientale, ’Grande è la confusione sotto il cielo, quindi la situazione è eccellente’".

E la risposta ce l'ha sempre avuta sotto il naso, da 2mila anni, ma l'ha sovvertita, gradualmente sempre più, almeno a partire dall'umanesimo-rinascimento. Dovrà riconsiderare la Civitas Christiana ed espiare con la sofferenza le sue colpe, per tornare purificato a Dio, già su questa Terra. In un nuovo ordine mondiale a Lui convertito, per attualizzare il messaggio di "Delitto e castigo" di Dostoevskij.

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