Esteri
Ucraina, Zelensky ha delle colpe palesi. Ma in tv nessuno lo dice. Perché?
Ricordiamo gli accordi per la riunificazione delle due Germanie? "Non un centimetro in più di espansione della Nato, verso est"
Perché, nessuno degli "esperti" televisivi ricorda queste verità che scagionano Putin e dimostrano che gli americani e il fantoccio tragicomico, non hanno voluto prima la pace e ora nemmeno il cessate il fuoco
La curiosità di uno scienziato di professione, estremizzando la conseguenza della scelta fatta, porta a sapere tutto su un piccolissimo particolare, cioè sul nulla, oppure, allargando sempre più il campo delle conoscenze, a scapito dell'approfondimento, a sapere nulla sul tutto.
Cosa succede se discutono i due casi estremi del sapere?
Oggi a tavola un super esperto con laurea e dottorato in informatica, sosteneva, sulla scia inconsapevole di Montanelli, che una preparazione, per esempio, in matematica, oggi come oggi, a differenza di una trentina d'anni fa, non garantisce più il lavoro, "ma la cultura si sente". Perché la cultura in matematica permette, per esempio, di impiegare tre minuti, per capire e risolvere questioni che richiedono 10 minuti a chi non mastica la matematica. Affermazione subito contestata da un ingegnere che conoscendo della matematica il "minimo sindacale per superare l'esame", ha sostenuto che i ritmi attuali delle relazioni, favoriscono, in genere, anzi obbligano, a conoscenze multiculturali e, quindi, più superficiali di quelle "dei vecchi tempi".
Le due affermazioni precedenti mi hanno colpito perché spiegano l'ormai monotono ripetiticcio degli "esperti ultrà" che si alternano nelle trasmissioni che dovrebbero approfondire e spiegarci perché e previsioni sulla guerra ucraina.
In realtà i due contendenti hanno ragione entrambi, con la considerazione-constatazione che i super esperti, come il prof Alessandro Orsini, immessi nel caos degli "approfondimenti" di certe trasmissioni televisive attuali, vengono considerati, e trattati, come piantagrane e rompi.....ni. Non a caso Orsini ultimamente assisteva con sguardo assente, sconsolato e rassegnato, agli sproloqui degli esperti tuttologi a campo larghissimo, che poi non sanno niente della guerra in atto, se non la narrazione a luoghi comuni.
Infatti, tra i luoghi comuni che si tramandano tra "esperti" del conflitto attualmente più pericoloso (Putin, il macellaio di Mosca, conquista l'Ucraina, in attesa di conquistare Italia, Francia, ecc...) come sarebbe accolto, uno che ricordasse i famosi accordi presi per permettere la riunificazione delle due Germanie? "Non un centimetro in più di espansione della Nato, verso est". Cosa risponderebbero i ripetitori televisori dei luoghi comuni?
Perché nessuno dei difensori della democrazia, del modello occidentale, non s'impietosisce di fronte ai russi, maggioranza, nel Donbass e in Crimea, a cui Zelensky, rozzo estremista ultranazionalista, appena eletto, ha negato i diritti che le minoranze hanno nei paesi civili?
Pensando alla brutalità e gravità di un sopruso simile, si potrebbe sostenere che il 24 marzo 2022, un giovedì, Putin iniziò quella che, del tutto contro corrente, si potrebbe chiamare Guerra di Liberazione della Crimea e del Donbass, alla quale continua ad opporsi la nostra nazione, per difendere la democrazia dell'oppressore dei russi in Ucraina. Dopo due anni, a maggior ragione, pongo le domande: cosa si intende per governo democratico? E il nostro è un governo democratico?
Ci riempiamo la bocca, parlando in continuazione a sproposito e con convinzione di modello democratico, a tal punto da arrivare a sostenere, che combattiamo per difendere ed esportare la libertà e la democrazia di Zelensky, abbattendo il despota, il mostro, il macellaio di Mosca. Il conformismo del pensiero semi unico fa sì che in Italia nelle continue chiacchiere da salotto, nessuno prova a ricordare, quando si accusa Putin di non volere la pace, che la posizione di Zelensky continua ad essere "Non un metro in meno dai confini che avevamo prima dell'attacco russo." Chi ricorda, quando si danno a Putin, anche le colpe palesemente di Zelensky, che Putin, a guerra da iniziare e anche a guerra iniziata, aveva proposto la non belligeranza se avesse avuto la garanzia che l'Ucraina non sarebbe entrata nella Nato? Perché, nessuno degli "esperti" televisivi ricorda queste verità che scagionano Putin e dimostrano che gli americani e il fantoccio tragicomico, non hanno voluto prima la pace e ora nemmeno il cessate il fuoco.
Alcune sere fa un generale ha accusato Putin di non volere la pace, perché, se la volesse, è ovvio cosa dovrebbe fare: "Proclamare unilateralmente la cessazione del fuoco!" Nessuno gli ha chiesto "Cessare il fuoco, anche quando gli ucraini arrivati faccia a faccia coi russi, iniziassero a sparare, per arrivare al famoso confine, "non un metro in meno del precedente?""
Alcuni giorni fa dei colleghi teorici, partendo da un brillante articolo del fisico Giorgio Masiero sulla meccanica quantistica, sconfinando sui massimi sistemi (ai teorici capita spesso...) son finiti col polemizzare vivacemente su questa prospettiva: la politica degli Usa (che con il sonnambulo e scoppiettante Sleepy Biden, è finita nel drammatico surreale) tende a imporre un ordine mondiale, per porre fine alle guerre, con un governo che non potrà non essere di tipo autoritario. Ma lo stesso si potrebbe dire della politica russa, di quella cinese e di tutte le politiche espansioniste delle potenze emergenti. Insomma, tutte agirebbero e combatterebbero per la pace delle generazioni future.
Hanno chiesto il mio parere su tanta generosità delle super potenze e aspiranti tali.
La mia risposta, purtroppo non brevissima, parte dalla constatazione che, se dai libri di storia eliminiamo le pagine di guerra, con la descrizione delle tattiche, tecniche, i curricula vitae dei condottieri... ci rimarrebbe ben poco della Storia come è stata intesa finora. Quindi, la guerra, se non può essere intesa alla Marinetti, unica igiene del mondo, deve essere ritenuta l'attività che quasi tutti sanno e possono fare e... di conseguenza, è stata ed è l'attività di gran lunga più svolta. Anche perché l'industria bellica ha fatto sempre da traino alle altre industrie.
Ne La Trappola, piece teatrale il cui contenuto continua a piacermi dopo tanti anni, allegoria del destino umano, c'è la mia risposta all'ottimistica previsione dei teorici che mi hanno interpellato. Nell'articolo che scrissi il giorno stesso dell'invasione dell'Ucraina e pubblicato il 25/3/23, c'è una breve descrizione dell'allegoria.