Esteri

“Un rabbino negli Emirati è come un marziano a Roma”. Quello che non torna nell’omicidio di Zvi Kogan

di Roberto Sudoso

Tante le domande senza risposte, l'omicidio negli Emirati Arabi del rabbino Zvi Kogan lascia molti interrogativi

Quello che non torna nell’omicidio di Zvi Kogan

L’omicidio negli Emirati Arabi del rabbino Zvi Kogan lascia molti interrogativi. “Difficile capire qual è il messaggio se non sappiamo neanche l’autore del messaggio. Non sappiamo neanche a chi è indirizzato questo messaggio”. Queste le parole del giornalista e reporter di guerra Alberto Negri, intervistato da Affaritaliani. Tante le domande senza risposte.

“Cosa ci faceva lì? Perché è stato mandato? Con quali scopi e quali obiettivi?”. Tra i tanti dubbi, solo le lapidarie parole del Primo Ministro Netanyahu che chiede giustizia. “Non c’è nulla in tutto questo che abbia qualcosa di razionale tranne la reazione di Netanyahu che è quella di ammazzare chiunque abbia ucciso il rabbino”. L’intervista.

LEGGI ANCHE: L'ingresso dell'Ucraina nella Nato è "irreversibile"? Ad oggi non c'è neanche una road map

 

Omicidio del rabbino Zvi Kogan. Cosa sta succedendo in questo momento e secondo lei che messaggio si vuole dare con la sua morte?

Intanto sappiamo pochissimo, neanche gli autori. Quindi è difficile capire qual è il messaggio se non sappiamo neanche l’autore del messaggio. Non sappiamo neanche a chi è indirizzato questo messaggio. Se è indirizzato alle autorità di Israele oppure a quelle degli Emirati. È una di quelle situazioni in cui è difficile dire che cosa significhi l’uccisione di un rabbino in un posto dove non c’era mai stato un rabbino negli ultimi 2000 anni.

Lei crede quindi che ci siano degli interrogativi senza risposta in questo omicidio?

Sicuramente. Io mi chiederei piuttosto cosa ci faceva un rabbino negli Emirati. Era anche piuttosto giovane, aveva 28 anni. Bisogna chiedersi innanzitutto cosa ci facesse lì e che tipo di organizzazione aveva messo in piedi. Noi dobbiamo capire cosa facesse questo signore, chi l’ha mandato e perché. Non mi risulta ci sia una comunità ebraica numerosa negli Emirati.

Cosa ci faceva lì? Perché era lì? Con quali scopi e quali obiettivi? Perché gli Emirati fanno parte del Patto di Abramo e nel Patto di Abramo c’era anche il ripopolamento ebraico di alcune zone del Medio Oriente? Non mi sembrano delle situazioni chiare.

Che pensieri si è fatto a seguito di questo omicidio?

Dentro questa notizia ci sono tante domande. Una notizia che già suscita tanta indignazione ma non suscita altri interrogativi. Siamo di fronte ad interrogativi a cui purtroppo non riusciamo a dare alcuna risposta. Se noi sapessimo altre informazioni allora forse potremmo capire perché è stato ucciso. Purtroppo non abbiamo i dati di base.

Per me questo rabbino potrebbe essere un marziano a Roma come avrebbe detto Flaiano. Non c’è nessun tipo di vicenda storica e culturale recente che ci possa dire il perché questo rabbino fosse lì. È stato diffuso il nome e il cognome ma non sappiamo nient’altro.

Teme delle conseguenze di questa vicenda?

Qui c’è gente che sta giocando col fuoco e se giochi col fuoco prima o poi ti scotti. Giocare col fuoco significa fare delle cose che non hanno alcun tipo di logica. Per capire il motivo per il quale è stato ucciso bisogna capire che logica c’è dietro la sua vita. Le autorità israeliane e degli Emirati sono evasive con noi. Noi dovremmo indignarci per la morte di una persona perché ci si indigna sempre per un essere umano, ma è come dire che a Piazza Navona oggi fosse passato un marziano che è stato investito da un’automobile.

È sicuramente un fatto grave. Bisognerebbe sicuramente chiedersi anche chi l’ha investito e perché. Ma il problema di fondo rimarrebbe il fatto che è un marziano. Perché un rabbino negli Emirati è come un marziano a Piazza Navona. Fino a qualche ora fa ignoravo la presenza di un rabbino negli Emirati Arabi. Così come ignoro la presenza di un marziano in Piazza Navona.

Immediata la reazione di Netanyahu che ha parlato di “atto abominevole” e che “si farà giustizia”. Cosa dobbiamo aspettarci dal Primo Ministro israeliano?

Quando Netanyahu dice che qualcuno verrà punito mi allarmo vedendo quello è successo nell’ultimo anno con 45 mila morti a Gaza e qualche altro migliaio in Libano. Cosa bisogna fare? Bombardare gli Emirati? Onestamente non credo visto che ci sono anche degli alleati. Vogliamo trovare una ragione dietro tutto questo? L’unica logica è che tutto quello che è successo, vista la reazione di Netanyahu, abbia un significato politico. Per noi il rabbino può averlo ucciso chiunque.

Non c’è nulla in tutto questo che abbia qualcosa di razionale tranne la reazione di Netanyahu che è quella di ammazzare chiunque lo abbia ucciso. E bisogna chiedersi il perché. Nulla abbiamo che possa ricostruire la storia di questo rabbino ma abbiamo soltanto la reazione del Primo Ministro che minaccia fuoco e fiamme. Non si attende neppure un eventuale indagine degli Emirati.

In questa reazione ritroviamo solo la vendetta, che non è quello che cercherebbe un qualunque leader politico quando ci si ritrova davanti ad un assassinio. Il problema di questa situazione è che un assassinio è sicuramente un atto barbaro ma anche la reazione di Netanyahu lo è.