Esteri

Violenza USA, colpevole non è la polizia ma le grandi diseguaglianze sociali

di Daniele Rosa

12000 omicidi all'anno,33 al giorno nei 50 Stati

Il virus delle violenza dilaga in America da decenni e ritorna periodicamente senza che alcuno trovi il vaccino vero e non soltanto un temporaneo palliativo.

Ogni volta si trova un colpevole senza andare alla radice del problema. Oggi sono i metodi della polizia americana.  

Dagli anni 60, con la morte di Martin Luther King e quella di John Kennedy, il virus ha sempre fatto molte vittime. Gli Stati Uniti, anche attraverso la stessa produzione culturale , cinematografica, teatrale, musicale o letteraria, hanno alimentato il virus della violenza. Dalle guerre di secessione in poi gli americani hanno convissuto con armi, conflitti e violenze, in nome del patriottismo e delle missioni in aiuto ( e meno male perchè grazie a questo spirito americano noi italiani siamo stati liberati dai nazisti tedeschi).

E’ risaputo che la minaccia maggiore per la sicurezza e l’incolumità dei cittadini statunitensi viene dall’interno. Nei 50 Stati gli omicidi superano i 12000 all’anno. Una media impressionante di 33 al giorno.

Numeri ripresi dal sito ‘vividmaps’ che confermano come le cifre di sangue in USA siano equivalenti agli omicidi di Europa, Australia, Canada e Giappone messi insieme. 

Stante questa realtà che dovrebbe fare la polizia? Essere morbida o indecisa ? Certo che no. Ogni giorno nelle strade americane, e non solo per le proteste di oggi, è una guerra senza fine. E solo grazie ad una polizia che non scherza si riesce a contenere il problema. Certo poi accadono anche casi orribili come quello che ha causato la morte di George Floyd e giustamente la protesta esplode nelle piazze.

Il problema vero però non sta nei metodi della polizia, nella stragrande maggioranza dei casi, duri ma all’interno di un perimetro di diritti legali, ma in un qualcosa di più pericoloso e difficilmente sradicabile: la diseguaglianza sociale.

Il tema da capire è cosa significhi essere neri in America. 

George Floyd era stato contagiato dal Coronavirus, aveva perso il lavoro e si è trovato con 20 dollari falsi in mano a comprare qualcosa. Un poliziotto bianco lo ha arrestato e soffocato. Un dramma che però potrebbe capitare molto più frequentemente ad un nero che ad un bianco.

A quasi 200 anni dall’abolizione della schiavitù, pur dopo lo storico momento di un Presidente di colore alla guida del Paese, bianchi e neri, sebbene con gli stessi diritti, non hanno la stessa vita.  

I primi continuano a guadagnare di più, godono di miglior salute e hanno molte meno probabilità di venire presi da un poliziotto bianco che ti arresta e ti soffoca. Non è un caso che il Coronavirus si sia accanito maggiormente sulle popolazioni afroamericane e su quelle ispaniche. Le due categorie più deboli dal punto di vista sanitario anche perchè impossibilitate molte volte ad avere un assicurazione medica che permetta di curare malattie come obesità, diabete o scompensi cardiovascolari.

la Legge sui Diritti Civili ha cambiato molte cose ma non è riuscita a cancellare l’ingiustizia economica e la discriminazione razziale.

Alcuni dati evidenziano queste difficoltà.Secondo il Dipartimento di Statistica e Censimento americano i guadagni media di una famiglia di colore nel Paese nel 2018 erano di circa 41000 dollari, in crescita del 3,4% rispetto ai dieci anni precedenti. Quelli di una famiglia bianca intorno ai 70000 dollari con un aumento dell’8,8% rispetto allo stesso periodo passato.

Ancora più differenziati i dati sul patrimonio. Nel 1968, secondo i dati del Dipartimento per i Servizi Finanziari, la ricchezza di una famiglia nera di classe media non arrivava ai 7000 dollari mentre una bianca poteva vantare un ‘tesoretto' di oltre 70000 dollari. Nel 2016 la forchetta di disparità è cresciuta di molto. 13000 dollari per una famiglia di colore mentre la famiglia di bianchi è arrivata ad avere circa 150000 dollari.

E questa differenza di potere economico si riflette appieno nella salute.

I numeri del CDC( il Centro Nazionale di Controllo e Prevenzione delle Malattie)indicano che gli uomini di colore tra i 18 e i 49 anni hanno maggiori probabilità dei bianchi di morire di una malattia cardiaca e quelli fra i 35 e i 64 di soffrire di più di ipertensione, diabete o obesità. Il risultato è stato che gli afroamericani contagiati hanno rappresentato il 22% del totale del Paese e le vittime il 60%.

Chiaro che la povertà aumenta il rischio di entrare entro i confini criminali. Ogni 100000 afroamericani almeno 1500 sono in carcere e tutto questo crea un circolo vizioso negativo che aumenta le diseguaglianze.

Ecco perchè è sbagliato addossare tutte le colpe alla polizia americana. Il vero colpevole di questo disagio razziale in cui sta vivendo la comunità afroamericana ha un nome e cognome e si chiama diseguaglianza, sociale ed economica. Ma tanti fanno fatica, ipocritamente, a riconoscerlo. Meglio, molto meglio sparare sui poliziotti.