Esteri

Coronavirus, guai seri per Trump. Dagli Usa: "Sarà la sua Cernobyl"

L'epidemia di coronavirus sarà la Cernobyl di Trump, prevede il Washington Post denunciando il ritardo accumulato dagli Stati Uniti nel riconoscere la gravità della crisi.


Come accadde in Unione sovietica prima e dopo il 26 aprile del 1986, il giorno in cui esplose il quarto reattore della centrale nucleare, quando una serie di errori a catena e di bugie ripetute lungo la catena di comando per compiacere il capo hanno amplificato l'emergenza. Da nove anni gli scienziati sovietici sapevano che i reattori usati a Cernobyl avevano un difetto di progettazione.

Poco dopo il suo insediamento, a Trump venne detto che una pandemia di virus influenzale era il pericolo principale per la sicurezza degli Usa e lui rispose negandolo, quindi riorganizzando l'unità salute globale della Casa Bianca che aveva osato avanzare la previsione, ricostruisce il quotidiano americano.

In tempo di crisi, l'ideologia uccide. "Proteggere la mitologia piuttosto che le persone è mortale", scrive il Washington Post. Perché proprio questo ha fatto anche Trump, di cui si ricorda il tweet di due settimane fa sulla borsa che tornava ad andare molto bene e sui casi di contagio che si sarebbero presto azzerati.
 

Il presidente americano, "anteponendo pericolosi miti a fatti oggettivi, ha trasformato le prime fasi cruciali della risposta del governo in un disastro". Frasi come 'la risposta degli Usa al coronavirus è stata perfetta' sono l'equivalente dello slogan per cui 'l'Unione sovietica non commette errori'. Il coronavirus è una crisi diversa dalla battaglia fra tweet in maiuscolo e il fact checking in cui fino a ora Trump è uscito illeso. Il coronavirus fa vittime reali. E la recessione si farà sentire.