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Agro Nocerino Sarnese patrimonio Unesco. I produttori: velocizzare l'iter

Eduardo Cagnazzi

E' la patria del pomodoro San Marzano dop: un territorio con microclima mediterraneo, soleggiato e temperato con abbondanti piogge, ricco di sorgenti idriche.

E’ partita la petizione per il riconoscimento dell’Agro Nocerino Sarnese, patria del pomodoro San Marzano, come patrimonio naturale e culturale dell’Umanità. Circondato tra i monti Lattari e i Picentini, chiuso ad Ovest dal Vesuvio, l’Agro è un territorio con microclima mediterraneo, soleggiato e temperato con abbondanti piogge, che risente dell’influenza benefica del mare, ricco di sorgenti idriche e numerose falde acquifere, di origine vulcanica: questi gli elementi che lo rendono il luogo perfetto per la coltivazione di uno dei prodotti principe dell’enogastronomia mondiale, il San Marzano. L’iniziativa è dei produttori dell’Agro sostenuti da Solania, azienda produttrice di questa pianta dop che lo trasforma per esportarlo soprattutto negli Usa, Giappone, Canada e Oceania. La proposta di legge che individua l’area “patrimonio culturale nazionale”,  primi firmatari i deputati Paolo Russo (FI) e Filippo Gallinella (M5s), è già stata approvata in Commissione alla Camera, adesso attende di passare in aula. Essa prevede che il pomodoro San Marzano dell'agro sarnese-nocerino a denominazione di origine protetta (dop) e i territori della relativa produzione siano la rilevante espressione nazionale di tradizioni e di pratiche secolari, di processi storici di industrializzazione legati all'elevata vocazione agroambientale di un territorio, dell'insieme di saperi, competenze e tecniche umane, della laboriosità e della creatività popolari, nonché delle straordinarie qualità e attrattività a livello mondiale dei prodotti agroalimentari italiani e rappresentano un patrimonio culturale nazionale che, in quanto tale, è necessario salvaguardare, valorizzare e promuovere. “Riconoscere questo binomio territorio-prodotto come patrimonio culturale significa legarlo al know how delle persone e alle tecniche di coltivazione e lavorazione secondo il concetto di territorialità e della moderna qualità, oltre che a tutelare la leale concorrenza sul mercato e il diritto el consumatore a fruire di informazioni chiare e precise”, dice Pasquale d’Acunzi, produttore nonché componente del Consorzio di tutela del San Marzano. Giuseppe Napoletano, amministratore unico di Solania, spinge sull’acceleratore per velocizzare l’iter parlamentare. Lo ha fatto con “Aspettando il mio San Marzano”, un evento organizzato dal magazine  La buona Tavola  per celebrare questa varietà di bacca appena raccolta e dare il via alla sottoscrizione della petizione.  “L’iniziativa parlamentare vuole rappresentare uno strumento di coesione e d’integrazione sociale, in quanto assicura l’equilibrio tra crescita economica e sostenibilità ambientale, concorrendo al contenimento del fenomeno del consumo dei suoli e dell’abbandono dei terreni”. Napoletano ha dato appuntamento a tutti il 23 settembre quando verrà presentato il prodotto appena trasformato presso lo stabilimento Solania.