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Granchi blu a quintali in Emilia Romagna: da danno a guadagno. La svolta
L'invasione dei granchi blu nel delta del Po sta distruggendo l'economia locale, ma grazie a un'interrogazione parlamentare può trasformarsi in un commercio
Il granchio blu, noto scientificamente come Callinectes sapidus, è una specie originaria della costa orientale degli Stati Uniti, diffusa dal Canada meridionale all’Argentina settentrionale. Pertanto, si tratta di una specie aliena o alloctona, spostata dalla sua area geografica originale a causa dell’azione dell’uomo. Lo chiamano "l'alieno" non solo perché è una specie estranea ai nostri mari, ma anche per via della sua forma e per la voracità con cui si muove sotto le acque. E' stato infatti avvistato dal Veneto alla Puglia, oltre che nel mar Ionio e nel mar Tirreno. La sua massiccia presenza sta distruggendo in particolare la catena di produzione delle vongole, causando danni economici e mettendo a rischio anche l'ambiente e la biodiversità della zona. A questo proposito, i pescatori stanno pensando di sfruttare il danno a loro vantaggio, cercando di renderlo appetibile da un punto di vista gastronomico in modo da dare valore alla sua cattura.
Infatti, mentre in Nord America il granchio blu è riconosciuto come prelibatezza gastronomica, venduto e commercializzato a prezzi molto alti, in Italia il suo valore è ancora troppo basso per incentivarne la commercializzazione. All’ingrosso ha poco mercato in Italia e gli unici che sembrano essere interessati all’acquisto sono gli asiatici che lo utilizzano nelle loro cucine. Tuttavia il granchio blu, se pescato al momento giusto, possiede una polpa molto gustosa e prelibata, simile a quella della granceola, che in cucina può essere trasformata ed esaltata con successo (parola del Gambero Rosso).