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Tra strategie post Coronavirus, l'invito di Milena Pepe a bere vino italiano

Eduardo Cagnazzi

Per la viticoltrice il vero tesoro è la terra ma va adattata agli scenari in evoluzione. Anche in cantina o all'aperto si continuerà a rispettare le distanze

Nonostante la pandemia sia ancora un problema mondiale, finito il torpore invernale la natura continua il suo normale corso vegetativo fino al germogliamento e in Tenuta Cavalier Pepe si curano i vigneti, gli oliveti e i vini in cellaio dove la squadra è stata impegnata fino a Pasqua con la creazione di nuovi impianti, le potature delle vigne e degli oliveti, la sistemazione dei vigneti secolari e cure particolari come il sovescio. In cantina invece si degustano i vini in affinamento come il Taurasi riserva 2017, che sarà in enoteca tra cinque anni.  “Il tesoro è nella terra”, ne è convinta la viticoltrice italo-belga Milena Pepe, che segue l’attività in vigna, concentrata più che mai sul lavoro, che deve affrontare in un modo diverso per ricalibrare l’azienda e adattarla ai nuovi scenari in continua evoluzione. “Cambieranno sicuramente le modalità di accoglienza per le attività proposte in tenuta. Noi siamo all’aperto e questo è senz’altro una fortuna, in altitudine a 400/500 sul livello del mare, immersi tra vigneti e oliveti, in un panorama dove a 360° si ammirano le colline della provincia di Avellino, con in cima i paesini arroccati e sui versanti vigneti, oliveti, alberi da frutta e boschi. Continueremo, comunque, a rispettare le distanze, seguendo le direttive che ci saranno date. Non sarà difficile perché quello che conta è il sorriso”. 

Non cambierà comunque il modo di produrre e di approccio verso i clienti.Mangiare sano vuol dire comprare prodotti genuini, provenienti da zone vocate, dove l’aria è pulita e i terreni salubri. Questo -spiega- si rispecchia nel nostro sistema di qualità, quello della denominazione di origine, con cui si certifica che i nostri vini, oltre a provenire da territori sani e vocati alla qualità delle uve, seguono disciplinari scritti da famiglie di produttori che, di generazione in generazione, producono e vendono vini di qualità.  Gli appassionati e gli amanti del buon calice capiscono il valore economico di tali prodotti, senza allergeni, conservanti, ed altri elementi aggiuntivi. D’altro canto, questo morbo insegnerà agli imprenditori disonesti che difficilmente riusciranno a mettere sul mercato prodotti pericolosi per la salute”.