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ANBI, l'Italia sull'altalena dell'acqua: piove ad agosto ma non a gennaio

di redazione green

Vincenzi (ANBI): "Servono infrastrutture calmieratrici. Preoccupa il silenzio della politica in fase di determinazione del bilancio"

Tra i fiumi, il livello della Nera guadagna qualche centimetro, mentre è stabile il Chiascio. Nel Lazio cresce la sofferenza idrica del lago di Nemi, dove un ulteriore calo di 5 centimetri lo allontana perfino dai già miseri livelli del 2022 (oggi 9 centimetri contro cm. 32 dell’anno scorso). Torna sotto media il fiume Tevere, mentre l’Aniene, pur calando, resta nella media del periodo, così come Liri e Sacco; ottima è la performance della Fiora, la cui attuale portata (13,95 metri cubi al secondo) è circa tre volte superiore alla media mensile. In Molise il livello del fiume Volturno perde qualche centimetro poi recuperato all’approssimarsi della foce in Campania, dove è stabile il Sele e decresce il Garigliano.

In Basilicata il persistere di alte temperature comporta ancora un notevole utilizzo di risorsa idrica (in 5 giorni si rilevano 11 milioni metri cubi d’acqua in meno nei bacini), ma il surplus accumulato in un’annata idrologicamente felice resta comunque ampio (+mln. mc. 83 sul 2022 ma anche +58 sul 2021 e addirittura +145 sul 2020). Analoga è la situazione nella vicina Puglia dove, questa settimana, sono stati erogati circa 10 milioni di metri cubi d’acqua stoccata negli invasi, limitando il surplus a +mln. 38,55 sul 2022. Simile nell’andamento, ma non nei volumi idrici, è la situazione in Calabria, dove la diga di Sant’Anna, nel crotonese, in 60 giorni ha visto ridursi i volumi invasati di 8 milioni di metri cubi; a disposizione ne restano ancora oltre 5 milioni e mezzo.

Infine, discorso a parte merita la Sardegna, dove caldo ed incendi hanno richiesto nel mese di agosto un fabbisogno idrico dagli invasi artificiali, pari 161 milioni di metri cubi, quando l’anno scorso ne erano stati necessari solo 129. Per questo, la quantità d’acqua stoccata nei serbatoi è oggi inferiore alla media dei periodi più recenti e, secondo l’Autorità di bacino regionale, gli invasi dell’Ogliastra e di tutta la fascia settentrionale dell’isola sono classificabili ad un livello di “pericolo”.