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Clima, prende forma il compromesso. Parigi come base. Poi si tratta ancora

di Paola Serristori

COP21 come “base di intesa comune” per salvare il Pianeta dalla catastrofe naturale. Dopo la Conferenza delle Parti organizzata dall'Onu a Parigi il lavoro diplomatico proseguirà per aumentare le misure. Potrebbe essere questo il compromesso raggiunto venerdì 11 dicembre, alle 17, data ed orario previsti per conoscere l'esito di questa complessa, laboriosissima, articolata ventunesima edizione degli incontri tra i Paesi del mondo sul cambiamento climatico. I 195 Stati devono firmare. I rapporti scientifici sulle conseguenze di inquinamento ed aumento globale della temperatura non lasciano alternative. Si è perso tanto tempo, ci sono volute appunto ventidue conferenze, ora bisogna sostituire le fonti di energie, epperò farlo così in corsa non è cosa da poco. Dunque, potrebbe esserci bisogno di aggiornare gli impegni quadro presi nella sede di Le Bourget. “Noi abbiamo la possibilità di cambiare il mondo. E' una decisione non sulle misure, ma sul futuro”, scandisce con tono solenne il segretario di Stato americano John Kerry, a due giorni dalla chiusura delle negoziazioni a COP21.

Il suo intervento viene seguito sul mega­schermo persino nel padiglione del Consiglio di Cooperazione del Golfo persico. E' un lungo discorso politico quello che indirizza ai delegati. Non “di indirizzo”, poiché non ce n'è bisogno. La posizione americana è netta a favore dell'accordo. Dopo di lui, in un'altra zona della Conferenza, prende la parola Sergey Donskoy, ministro delle Risorse Naturali e dell'Ambiente della Russia. Perfettamente allineato sulle linee generali: “Se non si firma le conseguenze saranno pericolose, come calamità nazionali. Ora calcoliamo circa 15­16 bilioni di rubli di seri danni”.

Ed annuncia che la Russia lancerà nuovi progetti, finanziati con 53 bilioni di dollari, per le energie rinnovabili, geotermica e solare, in un quadro di 230 bilioni di dollari in totale destinati alle nuove fonti energetiche. Tuttavia la Russa chiede ancora che siano precisate meglio le fasi della transizione dal carbone (il Paese produce 2 bilioni di tonnellate di emissioni di CO2 all'anno, dopo una drastica riduzione di 40 bilioni di tonnellate dal 1990 ad oggi). Le delegazioni si sono confrontate giorno e notte. Oggi alle 15 il presidente di COP21 Laurent Fabius ha ricevuto il nuovo testo, quello destinato ad essere definitivo, salvo le correzioni su aspetti legislativi. La presidenza francese si è dimostrata di peso nel metter insieme le richieste degli uni e le volontà degli altri. Non dev'essere stato affatto facile. Il commissario per il Clima e l'Energia dell'Unione Europea, Miguel Arias Cañete, rileva che “il messaggio del presidente cinese Xí Jìnpíng è stato chiaro, ma i suoi negoziatori non l'hanno preso alla lettera... ”.

Ancora Kerry: “Siamo parte di una coalizione che vuole un accordo ambizioso. Non c'è bisogno di essere scienziati. Le conseguenze del cambiamento climatico sono sotto gli occhi di tutti. Non c'è Paese, non c'è essere umano che è risparmiato. Ogni singola persona dovrebbe scendere in strada a manifestare. Ogni Paese ha tante circostanze da valutare in termini economici. Noi lo rispettiamo. Noi abbiamo imparato una gran lezione dal passato. Proprio perché noi abbiamo imparato ogni Paese può far altrettanto. Possiamo adottare una differente strategia per un differente goal, muovere capitali verso un percorso di sviluppo sostenibile. Nessuno presidente nella storia degli Stati Uniti ha avuto più senso della responsabilità di Barack Obama. Stiamo riducendo l'inquinamento molto più di qualunque altro Paese. Il fatto è che se ogni cittadino americano elimina ogni emissione di gas effetto serra non basta, se aumenta l'inquinamento nel resto del mondo. L'inquinamento da emissioni di carbone è ovunque, a Pechino come in qualunque città. E' difficile investire in nuova energia se la tua economia è forte. Bisogna considerare il periodo a lungo termine. Noi abbiamo chiuso ogni investimento al settore del carbone. Il suo costo vero è doppio o triplo, se aggiungiamo i danni all'agricoltura, la ricostruzione dopo eventi devastanti. Non c'è alcun dubbio che il costo delle energie rinnovabili è più conveniente e lo sarà sempre di più. Diverse banche sono interessate a fare investimenti, nelle prossime decadi, nel cambiamento climatico: CityGroup, Bank of America, Goldman Sachs... Il settore delle energie pulite sta crescendo. E questo ha una spiegazione economica, ambientale, e sanitaria. Più di 5 bilioni per anno sono investiti nelle rinnovabili”.

Il segretario di Stato Kerry ha plaudito a Bill Gates, che a COP21 ha annunciato il fondo privato di “Breakthrough Energy Coalition”, creato da 27 miliardari per sviluppare energie alternative. “L'iniziativa non è parte dell'accordo, ma è un impegno forte e nel tempo. Dopo Parigi dobbiamo continuare a lavorare, Parigi è la base di partenza. Confidiamo in un accordo impressionante ed incoraggiante, ma non è il target finale, per ridurre a 2 °C l'aumento della temperatura entro la fine del secolo. Ma possiamo arrivare a 1.5 °C. Un accordo che sia ambizioso, ma che possa essere migliorato nei prossimi cinque anni”.