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Il Nord ha sete, lo salva solo la neve

A marzo le precipitazioni nel bacino del Po sono calate del 92%

Malissimo in Emilia-Romagna, male il Po, meglio in Piemonte, Veneto e sui laghi lombardi dove lo scioglimento dell’abbondante manto nevoso caduto questo inverno sta salvando la situazione. Ma in un periodo dell’anno in cui sono cruciali le irrigazioni delle prime colture, ANBI (l’associazione che raggruppa i principali consorzi di bonifica e di irrigazione) lancia l’allarme.

I dati parlano da soli: in Emilia-Romagna i fiumi Enza e Secchia sono molto al di sotto dei minimi mensili, mentre Savio e Reno si avviano a seguirli; analogo è l’andamento del Trebbia, la cui portata (7,1 metri cubi al secondo) è meno del 30% della media storica di Aprile (mc/sec 23,8).

Causa prima di questa preoccupante situazione è il crollo nelle precipitazioni che, nel bacino del fiume Po, ha registrato -92% in Marzo con il 1’Aprile risultato il più caldo di sempre. La  portata del Grande Fiume è ben al di sotto delle medie di periodo (-48%).

Seppur in calo, rimangono in linea con le medie del periodo le altezze idrometriche dei grandi laghi Maggiore e Benaco, mentre recuperano parzialmente il deficit idrico sia il Lario che l’Iseo. Il positivo trend è conseguenza della fusione del manto nevoso alpino, dovuta a temperature sopra la media nelle scorse settimane; il totale della riserva idrica trattenuta nei grandi laghi, negli invasi artificiali e sotto forma di neve  è diminuito rispetto ad una settimana fa (-5.2%), ma continua a  risultare superiore alla media del periodo 2006-2020 (+9.2%).

I dati confermano il crescente rischio aridità anche lungo la dorsale adriatica, dove gli invasi marchigiani (Mercatale, Castreccioni, San Ruffino, Comunanza, Rio Canale), con poco più di 46 milioni di metri cubi d’acqua, segnano la peggiore performance dal 2017.

Non va meglio in Toscana, dove sono dimezzate le portate dei fiumi Ombrone e Sieve, ma anche Arno e Serchio sono largamente sotto  media.    

Tornando al Nord, registrano una ripresa i fiumi del Piemonte (Pesio, Tanaro, Dora Baltea, Sesia, Stura di Lanzo), dove le piogge marzoline sono calate di oltre il 90%;  restano ottime le performance dei corsi d’acqua valdostani. Risale anche la portata dell’ Adda in Lombardia, mentre sostanzialmente reggono  i fiumi veneti (solo la Livenza registra un calo significativo), nonostante -88% nelle precipitazioni di Marzo.

In Lazio, la portata del fiume Tevere è inferiore a quelle degli anni recenti, mentre migliorano le condizioni idriche di Sacco e Liri-Garigliano, così come sono stabili le altezze dei laghi di Bracciano e Nemi.

I principali fiumi della Campania (Volturno e Sele) si mantengono su livelli superiori allo scorso anno; continuano a crescere le riserve idriche negli invasi della Basilicata (quasi 132 milioni di metri cubi in più rispetto al 2020), mentre sono sostanzialmente stabili quelle pugliesi, attestate comunque a + 129,69 milioni di metri cubi sull’anno scorso.