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Olimpiadi, fra 30 anni sarà difficile trovare le sedi invernali

Il surriscaldamento della terra mette a serio rischio le sedi che ospitano i Giochi olimpici invernali. Nel 2080 le località potrebbero scendere da 19 a 6

Fra 30 anni sara' difficile trovare sedi idonee per ospitare i Giochi olimpici invernali. Delle 19 localita' che hanno ospitato fino ad oggi gli eventi olimpici degli sport della neve e del ghiaccio, 10 non saranno piu' in grado di organizzarli nuovamente. Nel 2080 il numero delle sedi scendera' ulteriormente a 6. Concetti e numeri che emergono da uno studio sui cambiamenti climatici dal titolo 'Global Sport, Climate Emergency and The Case for Rapid Change' scritto dall'accademico e autore David Goldblatt e condotta da Rapid Transition Alliance. Il problema dell'ambiente, unito alle sempre piu' maggiori difficolta' di investimento da parte dei governi nazionali, potrebbero effettivamente mettere a rischio la cadenza quadriennale delle Olimpiadi soprattutto invernali. L'ultima assegnazione con piu' di tre citta' candidate risale al 1995 per la votazione che poi ha assegnato l'evento a Salt Lake City nel 2002. Per le edizioni di Pechino 2022 e Milano-Cortina 2026, la sfida e' stata tra due Nazioni.

Secondo lo studio, il cambiamento climatico non è uniforme e le temperature medie aumenteranno ovunque. Ciò significherà che nelle regioni montuose, sede della maggior parte degli sport invernali, ci sarà meno neve e quando cadra' sciogliera' piu' rapidamente. Facendo un'analisi sull'evento di Sochi del 2014, edizione piu' calda dei Giochi invernali, sul documento si legge che la localita' russa sul mar Nero e' "improbabile che organizzera' ancora i Giochi olimpici" e che nell'occasione "molti concorrenti si erano lamentati della mancanza di neve o neve lenta, bagnata e pesante sulla quale era difficile sciare". Tra le 44 pagine si legge che "negli eventi di sci alpino, freestyle e snowboard rispetto ai Giochi del 2010, si registra mediamente un calo del 5 per cento di atleti che hanno terminato la loro gara con un aumento degli infortuni del 9 per cento". Dal rapporto si evince che "sin dalla loro istituzione nel 1924, i Giochi sono sempre serviti come un'opportunita' per pubblicizzare strutture per sport invernali in fragili ecosistemi montani, nonche' per costruire le infrastrutture di trasporto e turismo che offrono al pubblico pagante". Viene ricordato quanto accadde in vista dei Giochi di Lake Placid del 1932 quando la costruzione della pista di bob che avrebbe richiesto l'abbattimento di numerosi alberi, venne contrastata con successo dai residenti locali. Vengono dati suggerimenti con previsione di esclusione delle federazioni sportive dalle Olimpiadi invernali se entro il 2030 non saranno 'carbon zero'. Secondo la documentazione, "tra dieci anni qualsiasi evento sportivo globale che non sara' 'carbon zero' dovrebbe essere cancellato o rinviato mentre le federazioni nazionali che non faranno progressi significativi dovrebbero essere escluse dello sport".