Green

Xylella, primo olio da ulivi 'resistenti'. La Puglia si risolleva

Spremitura delle prime olive ottenute grazie all’innesto di piante malate con varietà resistenti che dopo 3 anni sono tornate a produrre a Gagliano del Capo

Una speranza per il post Xylella arriva dal primo olio ottenuto dalle olive raccolte dagli ulivi 'immunizzati' dal batterio che ha devastato 21 milioni di piante deturpando il patrimonio paesaggistico e mettendo in ginocchio il settore olivicolo del Salento. Oggi, la spremitura delle prime olive ottenute grazie all’innesto di piante malate con varietà resistenti di Leccino che dopo tre anni sono tornate a produrre a Gagliano del Capo, dove grazie al clima c’è stata una molitura anticipata.  

“Un segnale di rinascita per la provincia di Lecce che grazie alle varietà resistenti alla Xylella e agli innesti dovrà recuperare un patrimonio inestimabile, andato perso per colpa di ritardi, scaricabarile e della mancata volontà di affrontare con determinazione la lotta al batterio che ha già causato un danno stimato per difetto di 1,2 miliardi di euro” ha spiegato Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.     

La prima spremitura di olive ha aperto idealmente la raccolta di olive in Italia, dove si produce oltre la metà dell’olio del Paese e una produzione regionale di extravergine stimata nel 2019 in aumento del 70-80%, dopo il drastico crollo registrato l’anno scorso a causa delle calamità. Incontrovertibile lo scenario produttivo a Lecce, dove si stima un calo del 90-95% rispetto alle medie storiche, perché sia nell’area Ionica che nell’Adriatica la produzione di cellina e ogliarola è azzerata e – riferisce Coldiretti  - risultano produttive solo le piante di Leccino".