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In Italia il Rotary International sta per compiere 100 anni di vita
Chiara Giudici, 36 anni, è Presidente di uno dei 51 Rotary Club di Milano
In Italia il Rotary International sta per per compiere il suo centesimo anno di vita.
Per capire meglio di cosa si occupa il Rotary abbiamo incontrato una delle nuove protagoniste del panorama rotariano italiano, Chiara Giudici, che, a 36 anni, è da pochi giorni Presidente di uno dei 51 Rotary Club milanesi
Chiara tu sei una dei presidenti più giovani di tutto il Paese questo ti spaventa?
"Sicuramente la pressione si fa sentire ma non parlerei di paura, anzi. Essendo molto giovane, soprattutto per l’ambito rotariano, spesso mi sento sotto al microscopio di molti senior e questo mi impone di non poter “sbagliare” e voler dimostrare le mie capacità organizzative oltre che di leadership. D’altra parte, sono membro di un club di persone di grande valore, persone che hanno riposto fiducia in me e che desidero con tutto il cuore rendere orgogliose della loro scelta. Spero di poter fornire un punto di vista nuovo e al contempo spronare il club ad aprirsi all’esterno, attraendo più soci giovani, comunicando loro le grandi potenzialità di crescita personale e professionale che il Rotary è in grado di dare".
Proviamo a spiegare ai nostri lettori che cos’è il Rotary, come si entra in uno dei club più prestigiosi del mondo e di cosa vi occupate al suo interno.
"Il Rotary nasce a Chicago nel 1905 da un’idea illuminata dell’avvocato Paul Harris. In Italia il primo Rotary Club viene fondato nel 1923 e si tratta del Rotary Milano, il club più antico del mio Distretto, il 2041. Si tratta di un’associazione globale, presente in tutti e 5 i continenti, per un totale odierno di circa 1.200.000 soci, i rotariani. Il principio alla base del nostro operato è “servire al di sopra di ogni interesse personale”. Ci adoperiamo per le nostre comunità e il territorio. I club basano la loro vita associativa sullo svolgimento di progetti: ogni club porta avanti più progetti e per svilupparli compie “azioni sul campo”, fundraising e donazioni. Esiste una quota associativa annuale, diversa per ogni club, influenzata soprattutto dal tipo di conviviale sposato: il mio club, ad esempio, si trova 3 volte al mese, per cena o aperitivo, ma ci sono club che si trovano a pranzo e altri solo digitalmente, su Zoom. Per entrare in un Rotary club devi essere presentato da un socio che poi verrà definito “padrino”; si frequenta il club per 1 o 2 mesi, si fa amicizia, valore su cui si fonda l’associazione, e se l’inserimento va a buon fine si viene “spillati” e si entra attivamente a far parte della famiglia!"
Quindi il cuore dell’associazione sono i progetti che ogni singolo club porta avanti di anno in anno. Tu cos’hai in serbo per i tuoi soci e per il tuo territorio, in particolare per la città di Milano?
"Personalmente desidero convogliare tutte le mie energie sulla nascente Commissione Sport. Siamo i primi in Italia ad averla istituita, al momento solo informalmente, sperando di venir presi ad esempio. Sto sviluppando, insieme ad ASI Lombardia, un calendario di incontri sportivi tramite cui raccogliere fondi per un progetto denominato “IN CAMPO CON IL CUORE” - già supportato dalla Presidenza del Consiglio Comunale di Milano - che ha lo scopo di rendere la città cardio protetta grazie all’installazione capillare di defibrillatori. Oggi la prima causa di decesso nel nostro Paese è l’arresto cardiaco (con oltre 60.000 morti l’anno) pertanto, se riusciremo a salvare anche solo una vita coi nostri defibrillatori, sapremo di aver fatto bene".
Quanto pensi sia importante lo sport nel mondo di oggi?
"Fondamentale. Penso realmente che oggi, insieme all’amore, lo sportpossa essere ritenuto l’unico linguaggio universale: lo reputo lo strumento ideale per abbattere quei confini che anche la pandemia ha acuito tra le persone, un mezzo le cui potenzialità sono in grado di superare differenze di gender, età, abilità. Al momento sto lavorando per riuscire a proporre ai miei soci, agli amici del club e a tutti coloro che intenderanno approfondire la nostra conoscenza, tornei di padel, di golf e una gara amatoriale di sci. Grazie al ricavato delle iscrizioni potremo acquistare defibrillatori, installandoli nelle zone nevralgiche della città. Sapere di poter fare la differenza divertendosi penso possa ritenersi un’emozione stupenda".
Parlando di emozioni. Quando ti sei emozionata l’ultima volta per via di un’azione dell’International Net?
"Da diversi anni portiamo avanti con la Questura di Milano e i Comitati Milanesi il progetto “CITTADINI MERITEVOLI”, attraverso il quale premiamo i cittadini che hanno compiuto atti di vero coraggio. Rapine sventate, stupri ostacolati, suicidi evitati…Insomma situazioni in cui l’animo e il carattere delle persone hanno saputo fare la differenza. Quest’anno abbiamo premiato una signora che ha avuto la prontezza di accorgersi di un furto in metropolitana, chiamare la polizia, pedinare il malvivente e consentirne l’arresto. Cosa mi ha fatto emozionare in questo caso? Gli occhi pieni di orgoglio della figlia che l’ha accompagnata alla premiazione. Lei piangeva, io pure".
Tra i progetti già del tuo club quale ti inorgoglisce maggiormente?
"Ammetto che ce ne sono diversi. I Presidenti prima di me hanno fatto molto bene il loro lavoro. Forse, se ne devo indicare uno, citerei il progetto “ACCADEMIA DELLE DUE RUOTE” per il quale il mio club ha anche vinto un Global Grant, una sovvenzione globale firmata Rotary Foundation. Scopo ultimo del progetto è la reintegrazione in società di ex detenuti che hanno scontato la loro pena tramite l’apprendimento di un mestiere. In particolare, noi operiamo con il carcere di Bollate. Qui un nostro socio, Massimo Businaro, ingegnere di grande esperienza, si reca settimanalmente per insegnare, ad un numero indicato di allievi, il mestiere del meccanico di moto. Al termine delle lezioni teoriche, l’International Net paga a ciascun detenuto uno stagedi 6 mesi presso officine “amiche”. In 5 anni abbiamo formato più di 10 detenuti e di questi 3 sono poi stati assunti a tempo indeterminato una volta usciti da Bollate".
Un’ultima domanda poi ti lasciamo andare. Come fai a conciliare la vita rotariana con il tuo “vero” lavoro? Sei un’imprenditrice, giusto? Abbiamo letto di Double Malt su internet.
"Bella domanda, forse devo ancora trovare la risposta! Scherzi a parte, ammetto che questa esperienza sia impegnativa e talvolta totalizzante. Io ho la fortuna di aver aperto l’agenzia di comunicazione con una socia, Serena Biella, la quale non manca mai di farmi sentire il suo supporto. Dal 2015, Double Malt e il suo successo sono le mie priorità, le motivazioni di ogni mia scelta. A Milano, occuparsi di comunicazione è un must, farlo distinguendosi dalla concorrenza è tutta un’altra storia. Noi realizziamo siti internet, ci occupiamo di gestione social, ufficio stampa, eventi e graphic design. Integrare tutti questi strumenti ci ha permesso negli anni di farci conoscere anche fuori dalla nostra città, in particolare a Cortina d’Ampezzo e nel Nord della Sardegna. Conciliare gli impegni lavorativi con quelli rotariani è una sfida che ho tutta l’intenzione di vincere. Infatti, l’opera di volontariato all’interno del Rotary ha dei risvolti positivi anche sul mio lavoro oltre che sulla mia persona: in primis, le relazioni. Il Rotary è una “rete globale” e nel mondo di oggi i contatti rappresentano il vero oro. Inoltre ci sono le professionalità dei rotariani, presenti negli ambiti lavorativi più svariati: consulenziale, giuridico, finanziario etc. In caso di necessità, oggi saprei a chi chiedere supporto!"