Innovazione
Poggi: "Imprese più propense verso il nuovo, la strada per superare la crisi"
Per l'Innovation leader di Deloitte Nord e Sud Europa l'innovazione è il modo per ripartire e per dare un futuro alle nuove generazioni dopo lo shock pandemico
“I dati Istat sull’innovazione nelle piccole e medie imprese che testimoniano una maggiore propensione a innovare è un segnale confortante per il futuro. Rispetto al triennio precedente il 55,7% delle imprese ha svolto attività innovative tra il 2016 e il 2018 e il 49,7% delle imprese ha introdotto con successo nel mercato un’innovazione di prodotto oppure un’innovazione di processo all’interno dell’azienda. Questa è la strada giusta per emergere più forti di prima dalla crisi ed evitare di perdere competitività”. Lo ha dichiarato Andrea Poggi, Deloitte Innovation Leader di Deloitte North South Europe, commentando i dati pubblicati oggi dall’Istat nel report “L'innovazione nelle imprese” relativo agli anni 2016-2018. Poggi ha proseguito:
“Come ha ricordato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della cerimonia di conferimento del Premio Nazionale per l’Innovazione “Premio dei Premi” 2020 della Fondazione Cotec, è importante il ruolo di innovazione e ricerca nel sospingere una nuova progettazione e la necessaria ripartenza della vita della società, con tecnologie sempre più capaci e intelligenti in grado di ridisegnare infrastrutture, produzioni, mercati e il lavoro umano".
Dai dati pubblicati oggi dall’Istat emerge che l’industria in senso stretto si conferma il settore con il 58,7% di imprese innovatrici, seguono i servizi con il 46,0% e le costruzioni con il 29,3% mentre hanno investito in nuovi prodotti o processi il 76,3% delle grandi imprese, il 64,1% delle medie e il 47,3% delle piccole. La tendenza ad attivare pratiche di innovazione combinate di prodotto e processo è più frequente (58,0% delle imprese innovatrici) della tendenza opposta a innovare solo i processi (37,3%) o solo i prodotti (4,8). Questo aspetto interessa tutte le classi dimensionali ma raggiunge il livello più alto nelle grandi imprese, dove il 68,6% innova contestualmente prodotti e processi.
“In questa fase -ha continuato Poggi- le aziende devono essere pronte a predisporre nuove strategie e modelli operativi, tenendo conto dei cambiamenti e della disponibilità di finanziamenti straordinari sovranazionali, come evidenziato da Deloitte nell’elaborare il paper Emerging Stronger, con le sette priorità d’intervento per prosperare nonostante le avversità. Come sottolineato anche da Banca d’Italia, altrettanto importante per spingere questo processo d’innovazione sarà l'iniziativa Next Generation Eu, ingente pacchetto di misure di stimolo mai finanziato dall’Unione europea e allo stesso tempo occasione per mostrare una significativa reattività allo shock pandemico”.
“Sarà fondamentale veicolare le risorse del Recovery Fund nel modo giusto, focalizzando al meglio gli investimenti pubblici, e di conseguenza quelli privati, verso l’innovazione nei settori chiave dell’economia italiana e a supporto di un bene comune per eccellenza, il Made in Italy. La sfida che abbiamo di fronte è di proporzioni enormi -ha concluso Poggi- e concepire una strategia all’altezza con Next Generation Eu sarà un passaggio chiave per il nostro Paese, soprattutto sapendo cogliere il ruolo guida rivestito dall’innovazione. Per mettersi la crisi alle spalle e a beneficio delle generazioni future”.