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Casalino: “Io marxista amavo la bella vita. La prima volta? Al campo estivo”
Rocco Casalino parla della sua vita privata: su Affaritaliani.it altri dettagli inediti sul libro-autobiografia "Il portavoce"
Rocco Casalino si racconta nell'autobiografia "Il portavoce"
“Muori. Devi morire.” Inizia così l’autobiografia di Rocco Casalino, intitolata Il portavoce, di cui Affaritaliani.it ha già pubblicato alcuni stralci e su cui torna ora con altri dettagli inediti.
Parte dall’infanzia povera e segnata dal razzismo passata in Germania, “vivevamo in quattro in una stanza col bagno in comune”, “dormivo su un materasso usato con le macchie di pipì di altri bambini”, e arriva fino al ruolo di uomo-ombra dell’ormai ex premier Giuseppe Conte. Senza tralasciare nulla della sua vita, soprattutto privata, e in particolare della propria sessualità.
Figlio non voluto di un padre violento, si scopre fin da piccolo attratto dai maschi e racconta la prima volta al campo estivo, con altri tre ragazzini con cui sperimentare cose “piacevolissime”.
Rocco "marxista-leninista attratto dal capitalismo e dalla bella vita"
E poi diventa un adolescente arrabbiato, che con gli amici tredicenni si diverte a “giocare ad Arancia Meccanica” entrando in un hotel e spaccando tutto con le spranghe. Ma era solo lo sfogo di un ragazzino intelligente, che studia molto, ottiene bei voti e inizia a pensare con la propria testa: la Bibbia? Piena di cose senza senso, il suo idolo era Einstein, fino a che, a 19 anni, ormai tornato in Puglia, la sua religione diventa il comunismo: “Per un periodo mi definisco marxista-leninista, sono un piccolo estremista”.
Ma questo si concilia poco con l’amore per “la bella vita”, Rocco è “attratto dal capitalismo” e non si accontenta, punta sempre ad avere di più. Si diploma con il massimo, 60 su 60, voto che per lui conta più di quello di laurea, e, dice, “non è un caso che sia lo stesso voto di Conte e Di Maio” alla maturità.
Rocco Casalino e il rapporto con Giuseppe Conte
Proprio Giuseppe Conte diventerà da qui una presenza fissa tra le pagine di questa autobiografia-confessione, ancora prima di conoscerlo è un elemento di confronto tra il prima e l’oggi, talmente amato che nel libro a volte viene ancora chiamato “il premier”. Per esempiio, è osservando “oggi il presidente Conte con il proprio figlio” che riscopre la bellezza del legame paterno, quella che lui non ha mai potuto apprezzare da piccolo: un termine di paragone costante.
La prima convivenza "senza sesso" con un ragazzo etero
Dopo la maturità arrivano gli anni dell’università a Bologna e la prima convivenza “senza sesso ma come una coppia in tutto e per tutto”, con un ragazzo etero che però lo molla di punto in bianco per una ragazza, sparisce e lo lascia solo col proprio dolore: e così Rocco torna di nuovo in Puglia, a "Ceglie Messapica caput mundi”. E lì la vita riprende slancio. Soprattutto quella sessuale. Di notte si va per campi, nel buio, per incontrare altri uomini con cui intrattenere relazioni sessuali, ma tutto molto casuale, nulla di pianificato, e soprattutto nulla che poi possa essere raccontato. A differenza dei gay di oggi, che hanno la libertà ma ostentano troppo senza un briciolo di passione, Casalino preferisce la repressione di una volta, l’ipocrisia, quando non si poteva dire ma di faceva molto di più.
Casalino e l'ingresso al Grande Fratello
E nel frattempo arriva la laurea ma non il lavoro. Dopo molte ricerche, “il mega ingegnere” trova impiego in un call center. Troppa insoddisfazione, troppa voglia di rivalsa e troppi pochi soldi: ecco allora che Rocco tenta il provino per il Grande Fratello. Il 14 settembre 2000 fa il suo ingresso nella casa, “con la maglia della salute, il maglione pesante per non sentire freddo e i vestiti da grande magazzino”.
La fama è immediata, dopo il Grande Fratello le televendite, “ovunque mi giro mi danno soldi”: si compra il rolex, vestiti firmati, la cucina nuova per mamma e una Porsche che però “ti spezzi la schiena da quanto è bassa, troppo dura, e si rischia la vita”. Ecco che qualcosa si incrina, la bella vita non basta più e decide di entrare in politica per “cambiare l’Italia”, la stessa motivazione che anni dopo lo porterà ad aderire al Movimento 5 Stelle.
Casalino in politica con Rutelli e Veltroni
Intanto, però, si sente ancora vicino alla sinistra, e così, ottenuto il placet di Rutelli e Veltroni, è pronto per essere eletto alla Camera dei deputati… o forse no. Si fa prendere dal panico, dalla paura di perdere consensi, di rovinarsi l’immagine e si tira indietro. Ma dopo l’11 settembre 2000, con l’attentato alle Torri Gemelle, Rocco capisce che deve dare una svolta alla sua vita e decide di entrare in politica seriamente, questa volta per "cambiare il mondo".
Ma ancora manca l’occasione, e così Rocco resta in televisione, costruendosi il personaggio del “cattivo ragazzo” che più dice cattiverie a tutti e più viene osannato (e pagato). Fino a quel servizio delle Iene che lo mette con le spalle al muro e gli mostra che cosa era diventato: un mostro, “sembravo un fascista, io che ero di sinistra”. E così, altra svolta: il giornalismo. Casalino riesce ad arrivare a Telelombardia, dove gli fanno condurre Buongiorno Lombardia. Il lavoro dei suoi sogni, ma “qualcuno della Lega” protesta così tanto che alla fine lo licenziano, “senza spiegazioni”, da un giorno all’altro.
Casalino e l'incontro con Beppe Grillo
Il buio. Fu Sposini a salvarlo prima, Beppe Grillo poi. Il 25 aprile 2008 a quel Vaffa-Day a Torino, Rocco scopre un mondo: “Ascoltando Beppe mi trovo in ogni frase, ogni parola, avverto totale simbiosi con lui”, finalmente “sono arrivati quelli che cambieranno il paese”.