Libri & Editori

Cinque libri da leggere durante l’inverno 2023

di Chiara Giacobelli

Dai classici ai gialli, dalle biografie all’horror: ecco le nostre proposte per i mesi più freddi dell’anno

3)  Il violinista di Paulette Jiles (Neri Pozza)

L’atmosfera fredda e desolata – associabile a un clima non proprio mite e quindi perfettamente in linea con questo speciale – la si percepisce già dalla cover, che attrae lo sguardo del lettore per via di quella natura incontaminata e sfuggente che si intravede davanti a una chiesa minimalista. Sono i connotati del Texas, terra degli immensi spazi e dei grandi silenzi in cui vive l’autrice Paulette Jiles. Scrittrice, poetessa e giornalista, si era già fatta notare a livello internazionale grazie al suo primo successo Notizie dal mondo, pubblicato nel 2021 e divenuto un omonimo film con Tom Hanks; a distanza di un anno, torna in libreria per farci scoprire gli angoli meno conosciuti della storia americana con Il violinista, arrivato di recente in Italia grazie a Neri Pozza.

Il violinista"Il violinista" di Paulette Jiles (Neri Pozza)

Protagonisti di questo avvincente romanzo epico sono la frontiera, il Texas per l’appunto, la guerra e la musica: quest’ultima trova la sua personificazione nel personaggio di Simon Boudlin, che con manca mai di portare con sé l’amata violino Markneukirchen; è grazie ad esso se Simon è sopravvissuto agli orrori della vita, alle armi e alla guerra di Secessione, da cui ha deciso di scappare lontano. Termina così la sua esistenza di militare e prende avvio quella di membro di un quartetto musicale, costituito da altri tre compagni più stravaganti e sognatori di lui. Ad unirli la passione per la musica, che anima le piazze e le vie deserte, le grandi pianure del Texas, le città, i luoghi popolati da uomini disperati e quelli in cui la natura domina ancora incontrastata.

Il violinista è un’epopea che, grazie al potere della musica, ci conduce per mano attraverso le pieghe meno esplorate della storia americana, scoprendone bruttezze e tesori dimenticati. Costante è anche il tema del viaggio, o forse potremmo meglio dire del vagabondare, in quell’essere parte di nessun luogo e al contempo nella capacità di animarli tutti, sentendosi a casa ogni sera in cui il carro si ferma e la festa ha inizio. È proprio in questo movimento continuo che si percepisce qua e là l’influenza della grande letteratura americana, da Furore di Steinbeck a On the road di Kerouac, seppur con un’ambientazione precedente. “Il carrettiere annuì e non fece altre domande. Simon rimase ad ascoltare le sue chiacchiere, le sue riflessioni. Un miglio dopo l’altro si imbatterono nella vecchia Mission Road e si accamparono dove altri si erano accampati prima di loro, accanto al fiume e sotto le grandi querce, così che i loro fuochi illuminavano la parte inferiore delle fronde, su fino alle cime”. Chi ha letto Furore non faticherà a trovare qualche affinità.

Lo consigliamo perché: è un bel romanzo di letteratura americana contemporanea, scritto da un’autrice che ha già raggiunto successo nel mondo intero, grazie anche alla sua prosa fluida non troppo sofisticata. Per chi ama la storia degli Stati Uniti, è anche un’ottima maniera per riscoprire eventi, luoghi e personaggi altrimenti caduti nell’oblio, grazie a un riuscito connubio di fiction e ambientazione storica.