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Nel cuore della malattia mentale con L’arte di legare le persone, Paolo Milone
Lo psichiatra Paolo Milone racconta nel suo libro d’esordio a cura di Einaudi il duro e commovente mondo dei malati mentali
Un libro di realtà con ben poca finzione, che l’autore ha deciso di scrivere non come un vero e proprio romanzo, ma quasi fosse una raccolta di pensieri, riflessioni, aneddoti, esperienze vissute e poi trascritte così come sono accadute. Si tratta, quindi, di brevi appunti numerati, in cui l’assenza dell’espediente narrativo catapulta il lettore direttamente dentro l’ospedale, dentro il reparto 77, dentro i dolori e le sofferenze – ma talvolta anche la gioia, la sorpresa, la stravaganza – di chi l’esistenza la interpreta a modo suo, seguendo regole che non coincidono con quelle della società “normale”.
Proprio il tema della distinzione tra malattia e normalità è al centro della riflessione che il lettore è portato a fare, poiché il paziente non è mai presentato come un individuo sbagliato da cui distogliere lo sguardo: al contrario, spesso si tratta di uomini e donne che hanno una profonda sensibilità, uno sguardo differente sugli aspetti del mondo e per questo da essi si può imparare tanto. Basta avere la pazienza e la volontà di farlo.
Tra scene di ordinaria follia ed episodi quotidiani che spesso strappano una risata, Milone riesce ad avvicinare tutti noi alla malattia mentale e ancor più al lungo, logorante, nonché creativo lavoro dello psichiatra.
“Il terzo giorno dall’inaugurazione, un paranoico mi dice: è da lì che mi spiano. Per la fantasia dei pazienti le lucette sono videocamere, microfoni, insufflatori di veleno. Ieri ho chiesto a un dirigente: non si possono mettere i rilevatori di fumo da un’altra parte? Mi ha guardato come se fossi matto”.
Un libro da leggere, assaporare, tra crude verità, dolci rivelazioni e momenti commoventi, sorrisi e scoperte. In libreria per Einaudi.