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“Nella terra dei peschi in fiore”: una saga familiare dalla Cina all’America
Melissa Fu ha preso spunto dalla storia della sua famiglia per raccontare le vicende di tre generazioni a confronto
Dalla Cina del 1938 all’America del 2005: un lungo periodo che Melissa Fu racconta romanzando la storia della sua famiglia, attraverso i personaggi di Meilin, Renshu e Lily. Nella terra dei peschi in fiore, pubblicato da Editrice Nord, è una commovente e avventurosa saga familiare che restituisce un accurato affresco di luoghi, tradizioni e vicende spesso drammatiche. Il libro è disponibile anche su Audible letto da Alice Bertocchi.
È il 1938 quando la vita di Meilin cambia all’improvviso. Fino a quel momento il destino le ha riservato per lo più gioie: una famiglia di origine aperta ai cambiamenti e dalla visione progressista con grande rispetto per le donne, un marito di cui è follemente innamorata, un figlio che adora, un lavoro gratificante nel negozio del suocero, dove spesso scova pezzi antichi di valore. Il matrimonio con Xiaowen le ha anche regalato una nuova famiglia: il padre Dao Hongtse con le sue tre mogli e il cognato Longwei, un tipo losco ma carismatico la cui moglie, Wenling, non la vede di buon occhio. Nonostante i rapporti non siano idilliaci, il figlio Renshu è fortemente affezionato alla cuginetta Liling e il tempo scorre piacevolmente nella nuova casa a Changsha. Meilin è una donna coraggiosa, intraprendente, molto bella; ha ben chiaro ciò che desidera ed è pronta a lottare per ottenerlo, ma non ha fatto i conti con qualcosa di più grande di lei in grado di scombinarle tutti i piani: la guerra. Dapprima quella della Cina contro il Giappone, poi la furia della Seconda Guerra Mondiale e infine i continui atti di terrorismo tra il governo comunista di Mao e il fronte nazionalista del Kuomintang. Se per sé e per la sua famiglia Meilin aveva sperato in un negozio di antiquariato, indipendenza, studi, una bella casa, la realtà si rivelerà molto diversa: una continua fuga di luogo in luogo, il cui unico obiettivo è proteggere la sua vita e quella di Renshu.
Melissa Fu ha scritto un’ambiziosa opera che contiene in sé molti elementi a partire dalla storia della sua famiglia: suo padre infatti, come Renshu, è originario della Cina e si è trasferito a vivere negli Stati Uniti lasciandosi il passato alle spalle. Al pari del protagonista del romanzo, per molti anni in lui è fortissimo l’istinto a dimenticare le sofferenze vissute prima in Cina e poi a Taiwan, dove sua madre lo ha portato in salvo ed è poi rimasta, mentre lui ha avuto la possibilità di studiare e fare carriera negli Stati Uniti. Quando un giorno il padre della Fu ha finalmente abbattuto il muro e ha cominciato a raccontare, lei ha preso nota di ciò che aveva visto, sofferto, sopportato; in seguito ha approfondito leggendo libri relativi a quel periodo e, grazie ad alcune borse di studio, ha compiuto vari viaggi nella sua terra di origine, innanzitutto per recuperare il proprio retaggio e poi raccogliere il materiale di cui aveva bisogno per scrivere questo libro. Ne è nato Nella terra dei peschi in fiore, divenuto subito un bestseller internazionale e in Italia pubblicato da Editrice Nord. Un romanzo avvincente, dalle tinte drammatiche, fedele alla storia e ai fatti dell’epoca, pur non lesinando la fiction e l’immaginazione. Si va così dalla Cina del 1938 a New York del 2005, dove Lily (il suo alter ego) rappresenta la terza generazione e lotta per riuscire a costruire un rapporto con il solitario padre, anche scavando nel passato, pur doloroso che sia.
Merito di Nella terra dei peschi in fiore è quello di dipingere un ampio e accurato affresco dei fatti spesso tragici che coinvolsero la popolazione cinese per molti decenni: spesso la storia ci viene raccontata da un punto di vista politico, economico e geografico, mentre in questo caso la capacità dell’autrice di calarsi nei panni dei singoli individui e raccontarne le difficoltà o le piccole gioie quotidiane arricchisce la nostra visione di un Paese altrimenti lontano, difficile da conoscere. La Cina è infatti un mondo articolato e complesso, dove niente risulta mai lineare, e ancor più lo è Taiwan, un’isola che si è ritrovata al centro degli interessi di due grandi potenze: Stati Uniti e Cina. Se Meilin è stata costretta a piangere da sola il lutto per la morte del marito e dei suoceri, la perdita della casa, la successiva scoperta che anche il villaggio dei suoi genitori è stato raso al suolo e ha dovuto cercare una soluzione giorno dopo giorno, talvolta scampando alle bombe per un soffio, Renshu ha vissuto la stessa esperienza da bambino, senza avere la possibilità di comprendere ciò che stava accadendo e sviluppando quindi, da adulto, una sorta di repulsione per il proprio passato. Anche il rapporto con l’adorata madre resterà sempre monco, perché non avrà mai davvero la forza di riunirsi a lei, o di tornare a casa. Tutto ciò causerà una lunga rottura con la figlia Lily, incapace a sua volta di spiegarsi le paure del padre e il suo essere così reticente di fronte a ogni suo tentativo di avvicinarsi alla Cina. Soltanto da adulta riuscirà a capire che il blocco paterno non era dovuto a egoismo, ma a fragilità, e allora per loro si aprirà una nuova possibilità.
Un ruolo rilevante all’interno di questo romanzo è svolto dalle storie che Meilin racconta a Renshu per distrarlo e donargli qualche momento di serenità. Sono tratte da un prezioso rotolo lasciatole dall’amato marito, ma di fatto rappresentano la tradizione dell’antica Cina, poiché la stessa Lily, molti anni dopo, si imbatterà in quelle magiche favole. Ognuna di esse ha un intento, un messaggio, un significato educativo. A volte, tuttavia, la conclusione (o la morale) non è speranzosa e positiva come vorrebbe Meiling, come nel caso della Terra dei peschi in fiore, che dà il titolo al romanzo. La prima volta che l’ascolta dalla madre, Renshu apprende un finale migliore rispetto a quello tramandato per via orale dal suo popolo; solo crescendo scoprirà che la storia non aveva affatto un lieto fine: ciò che lui è riuscito a conquistarsi, anche grazie alle parole assorbite da piccolo, lo deve a sua madre Meilin e non al rotolo dipinto, né alla Cina. Ci sono quindi momenti di commozione, di tensione, di romanticismo e di drammaticità in questo romanzo, che si potrebbe definire ricco per molti aspetti. La stessa autrice ha dichiarato di essere partita leggendo I cigni selvatici e di aver sempre guardato a quel capolavoro come esempio da cui prendere spunto. È dunque un libro che consigliamo innanzitutto a coloro che hanno amato I cigni selvatici, poi a chi apprezza le saghe familiari o è attratto dall’immortale fascino della Cina, desideroso quindi di scoprirne di più.
Il libro è disponibile anche su Audible letto da Alice Bertocchi, nota attrice teatrale e doppiatrice.