Libri & Editori

San Valentino 2022, libri da leggere e da regalare: 5 titoli consigliati

di Chiara Giacobelli

Cinque titoli che le donne apprezzeranno sicuramente per un San Valentino all’insegna della cultura

Il cielo sbagliato di Silvia Truzzi (Longanesi)

Se è vero che le copertine contano – e sappiamo che è vero –, Il cielo sbagliato è uno di quei libri che piace alle donne già dal primo sguardo: sotto una fila di portici corre una ragazza vestita con un bellissimo abito bianco fatto di veli e lustrini, una collana al collo, guanti alti sulle mani. Non sappiamo se stia giocando a farsi rincorrere, oppure se stia scappando da qualcosa, ma il viso teso ci suggerisce la seconda possibilità; quando poi ci avventuriamo nella trama di questa storia travolgente e piena di pathos, l’ipotesi più probabile è che la donna in copertina sia Dora, la protagonista de Il cielo sbagliato, pubblicato di recente da Longanesi e firmato da Silvia Truzzi.

L’amore è presente in questo libro come uno dei veli che compongono quel pomposo vestito bianco e copre l’intero arco della storia, sebbene si manifesti in molte forme differenti. La prima è quella più ovvia, ma non per questo meno affascinante: Dora, infatti, proveniente da una bassa classe sociale e rimasta orfana sin da piccola, una volta cresciuta compie l’azzardo di innamorarsi di Eugenio, uomo appartenente a una ricchissima famiglia di Mantova. Il divario tra i due è enorme, tuttavia Dora ha dalla sua parte non soltanto una bellezza fuori del comune, ma anche le tante cose che la vita le ha insegnato, ponendola già in tenera età di fronte alla sofferenza e alla necessità di contare solo sulle proprie forze. È per questo che non è intenzionata a rinunciare all’uomo che ama tanto facilmente; al contempo, non è neppure disposta a barattare sé stessa per una vita di lustrini.  

1) Il cielo sbagliatoSpeciale San Valentino: 1) "Il cielo sbagliato" di Silvia Truzzi (Longanesi)
 

Parallelamente alla storia d’amore principale scorre quella tra Dora e Irene, due bambine legate dal destino, che le ha fatte nascere nello stesso giorno. Più tardi sarà proprio Irene, ultimogenita dei marchesi Cavriani e quindi figlia prediletta dell’antica nobiltà cittadina, a cercare ogni domenica sul sagrato della chiesa di Sant’Andrea, a Mantova, la povera Dora, infreddolita e umiliata mentre è costretta a chiedere l’elemosina per sopravvivere. Tra loro un amore puro, senza spiegazioni né secondi fini, fatto solo di quell’empatia che porta due bambine ad avvicinarsi l’una all’altra. Per poi ritrovarsi da adulte in ruoli completamente diversi…

C’è poi l’amore di Irene per il figlio: per lei la vita ha in serbo il peggiore dei dolori, ma a differenza di Dora lo sperimenterà da adulta, con l’amica al fianco, e ne resterà per sempre spezzata; entrambe sono il frutto del male oltre che del bene, come d’altronde lo è l’intera società mantovana e il contesto storico in cui è calata. Non è infatti una forma di amore quello per la patria, per il lusso, per il Duce e per i privilegi di nascita?

“Oggi Dora si è presa perfino uno scappellotto sulla nuca perché durante la predica si è un po’ assopita. Non che sia indisciplinata, pensa la signorina Maria mentre avanza tra la neve, è che Dora sembra inconsapevole del suo posto nel mondo, di come dovrebbe comportarsi, di quello che ci si aspetta da una persona di nascita inferiore. Con il passare del tempo ha abbassato la guardia, si è accomodata negli agi e ora si culla nell’illusione di un’uguaglianza che non avrà mai”.

È il 1918 quando le due bambine nascono a poche vie di distanza e la loro vita si sviluppa lungo gli anni del Novecento, un’epoca in cui la famiglia in cui vieni al mondo è un biglietto da visita che non ti abbandonerà mai. Perciò, l’amore non è mai esente da invidie, gelosie, tradimenti, ipocrisia, specie quando il sentire individuale si scontra con la pressione sociale.

Lo consigliamo perché: Silvia Truzzi, scrittrice e giornalista nota soprattutto per il suo precedente Fai piano quando torni, dà vita non soltanto a una storia d’amore, di amicizia, di emancipazione e di resilienza, ma traccia anche un grande affresco storico dell’Italia del Novecento, passando con delicatezza tra gli anni del Fascismo e dalla Seconda Guerra Mondiale.