Libri & Editori

“Stigma” di Erin Doom è il bestseller del momento

di Chiara Giacobelli

Il nuovo romanzo dell’autrice di “Fabbricante di lacrime” schizza subito in testa alle classifiche

Magazzini Salani ha dato alle stampe Stigma, l’attesissimo terzo romanzo firmato da Erin Doom, divenuta nota grazie a Fabbricante di lacrime.

Appare ovvio che il nuovo romanzo di Erin Doom, la più celebre autrice giovane e italiana del momento, non poteva che essere una storia d’amore. Lo si era intuito già dal suo precedente Fabbricante di lacrime, un successo inaspettato, e d’altra parte il genere di pubblico che la segue si attendeva proprio questo da lei: un racconto strappalacrime costituito da molti ostacoli, profonde cicatrici e il coraggio di rialzarsi sempre, meglio ancora se con due protagonisti fuori dall’ordinario che infine coroneranno i propri sogni (forse). Stigma, pubblicato di recente da Magazzini Salani, non si discosta quindi dalle linee guida della sua narrativa, che ha conquistato centinaia di migliaia di adolescenti nel mondo. Erin Doom è in realtà lo pseudonimo di una ragazza che ha iniziato a scrivere sul web ed è diventata famosissima grazie al passaparola, al BookTok, alle influencer che l’hanno presa sotto la propria ala protettiva; ed è così che Fabbricante di lacrime si è rivelato addirittura il libro più venduto dello scorso anno, mentre la sua autrice è riuscita ad essere invitata come ospite persino a Che tempo che fa, traguardo impensabile per quasi tutti gli intellettuali italiani.

La misteriosa scrittrice di cui si sapeva soltanto il nome (Matilde) e le vendite vertiginose (700.000 copie tra Fabbricante di lacrime e Nel modo in cui cade la neve) ha deciso di svelarsi per la prima volta nella trasmissione di Fabio Fazio per il lancio di Stigma. Si è così scoperto che, oltre ad essere un caso editoriale clamoroso, Matilde è anche una bellissima ragazza bionda, dal sorriso gentile e i tratti del volto che ricordano un po’ la Venere del Botticelli. Emozionata nel suo tailleur azzurro chiaro, ha spiegato che la scelta dell’anonimato è stata dettata dal suo essere una persona molto introversa, schiva e riservata, pertanto lo pseudonimo che nascondeva la sua vera identità le ha permesso fino ad oggi di vivere il successo nella maniera più confacente alla sua indole.

Con il passare del tempo, però, e con l’accrescersi della fama, Matilde ha sentito l’esigenza di condividere di più con i propri lettori, di poterli incontrare e ringraziare; fino alla scelta finale di svelare la sua vera identità. Durante la puntata l’autrice ha raccontato alcuni aneddoti curiosi e divertenti circa il suo anonimato, come quella volta che andò al Salone del Libro di Torino ma restò fuori dal suo stesso evento perché nessuno sapeva chi fosse e un’altra in cui si presentò sul set del film attualmente in corso di riprese tratto da Fabbricante di lacrime, interpretando il ruolo di una stagista della sua stessa casa editrice; o ancora, le copie firmate negli sgabuzzini con tanto di occhiali e cappello per essere sicura di non essere riconosciuta da nessuno.

Venendo al libro che ora fa bella mostra di sé in tutte le librerie d’Italia, nei colori del nero e porpora, con il sottotitolo Certi amori ci restano addosso. Come una cicatrice, si tratta della storia di Mireya, una giovane in cerca di fortuna nella sconosciuta Philadelphia, dopo che la vita le ha lasciato impresse non poche ferite. Sarà qui che verrà assunta come barista al club Milagro’s – un luogo che sembra riservare magie dietro l’aspetto ordinario – e dove incontrerà Andras, il capo della sicurezza. Come in ogni storia d’amore moderna che si rispetti, tra i due è antipatia a prima vista, scintille che portano in sé un’attrazione-repulsione destinata, ovviamente, a tramutarsi a poco a poco in un grande amore.

Se non fosse stato per l’aspetto così inconfondibile, non lo avrei riconosciuto. Non in quel modo… ferito, esposto, privo della sicurezza con cui era sempre padrone di se stesso, con le unghie affondate nella pelle per contrastare l’urlo stridente della carne. Lo fissai come se fosse qualcosa di irreale”.

Stigma
 

Nessuno meglio di Erin Doom rappresenta due tendenze che caratterizzano le giovani generazioni di lettrici. La prima è l’esplosiva moda di TikTok, che è ormai diventato uno dei principali mezzi di promozione di un libro, quantomeno fino ai vent’anni. Il BookTok non si basa sulle regole che fino ad oggi abbiamo conosciuto e seguito: di un libro un giornalista era solito scrivere una recensione, parlarne approfonditamente, spendere righe e righe, talvolta dando interpretazioni o spunti di riflessione che stimolavano l’immaginario del lettore e lo convincevano – oppure no – ad acquistare proprio quell’opera tra tante. Il fenomeno delle influencer gioca invece su tutt’altro: la fiducia che si ripone su una certa TikToker, la bellezza estetica della cover, la capacità di far diventare un titolo tra milioni un caso non tanto letterario, quanto fashion. La forza del passaparola non è mai stata così efficace come ora grazie a video, filtri, suggestioni e il potere amplificatore dei social.

La seconda tendenza ha invece a che fare con la necessità delle ragazzine di ricercare nei libri – forse per l’impossibilità di trovarle tra i propri coetanei – figure maschili forti, segnate dall’esistenza ma sempre pronte a lottare, coraggiose, protettive. L’uomo d’acciaio che però, all’occorrenza, si trasforma nel più dolce e tenero degli amanti. Se la prima tendenza è una novità assoluta degli ultimi anni, la seconda affonda le sue radici un po’ prima, almeno a partire da Cinquanta sfumature di grigio in poi, e testimonia la fascinazione nei confronti di personaggi maschili sempre più difficili da incontrare nella realtà, ancor più nella vita quotidiana. Ecco, allora, che si viene rapite dalla storia e si finisce per innamorarsi del protagonista come se fosse vero, in carne e ossa.

Stigma retro
 

Non bisogna però pensare che il recente boom delle storie d’amore sia sinonimo di totale leggerezza o superficialità. In Stigma c’è infatti molto altro, a cominciare dal difficile rapporto con i genitori, che ancora una volta trova terreno fertile nelle nuove generazioni; è facile, per le lettrici della Doom, riconoscersi nei figli incompresi, far propria quella solitudine che è ormai il tratto distintivo di milioni di adolescenti, e al contempo desiderare un riscatto, un punto di svolta per riappropriarsi di ciò che si è perso. In molte affermano di averlo “divorato” in pochissimi giorni, di averlo amato, di essersi appassionate a questo romanzo pronto a diventare il nuovo bestseller del 2023; tuttavia, onde evitare delusioni, anticipiamo che probabilmente esso non sarà autoconclusivo, in quanto il finale aperto ci lascia ben sperare in una possibile saga, o quantomeno in un seguito. Ancora una volta, piace e colpisce lo stile narrativo fresco, incalzante, perfettamente plasmato al modo di leggere del nostro tempo, tanto veloce quanto istintivo. Ombre e luci, bianco e nero, in un gioco di forze contrastanti che tengono incollate alla pagina.

La vidi per la prima volta. E mi chiesi se fosse quella, la ferita insanabile che si portava dentro. La stessa che si nutriva del suo dolore, che lo induceva a cercare disgrazie, che costellava il suo corpo di cicatrici come un incubo dai tanti sorrisi. Forse un giorno avrei capito che la sofferenza ha molti nomi, ma una sola, unica voce”.