Marketing
Deloitte: digitale e lavoro agile, come cambia il marketing nel post Covid-19?
250 Chief Marketing Officer (CMO) italiani rispondono tracciano nuove regole e nuovi codici per la nuova normalità
Digitalizzazione, human centric communication, lavoro agile e Made in Italy: come cambia il marketing nel post Covid-19? 250 Chief Marketing Officer (CMO) italiani rispondono alle domande di Deloitte tracciando nuove regole e nuovi codici per la nuova normalità
Investimenti per la digitalizzazione, lavoro agile e riscoperta del brand “Made in Italy”, questi i 3 fattori che emergono dalla CMO Survey Deloitte, indagine che ha coinvolto oltre 250 Chief Marketing Officer in Italia interrogati sul futuro del loro lavoro in ottica di ripartenza.
“Secondo quanto emerge dalla nostra survey - spiega Andrea Laurenza, Head of Deloitte Digital North & South Europe - l’imperativo numero uno, ancora più evidente dopo il Covid-19, è la digitalizzazione dei servizi e dei canali di comunicazione. Una comunicazione human centric si va invece affermando per interagire con consumatori più attenti, orientanti a scelte di lungo periodo e alla ricerca di brand trasparenti e sostenibili. Infatti, mentre la maggior parte dei CMO prevede una riduzione dei budget di marketing causa pandemia, il 70% pensa che le risorse per investimenti in digitalizzazione di servizi e prodotti saranno superiori a quelle dell’anno precedente. Un altro grande trend riguarda il lavoro agile: il 59% dei CMO ritiene che questa nuova modalità, introdotta per rispettare le misure di contenimento del virus, cambierà irreversibilmente l’organizzazione del lavoro.”
Riccardo Plata, Marketing & Content Partner di Deloitte Digital, aggiunge “un elemento interessante è che i CMO sono d’accordo sul fatto che, se dovessero rilanciare l’azienda Italia, punterebbero su un piano strategico che metta al centro il valore del brand Made in Italy. Il Covid-19 ha avuto un effetto immediato sulla supply chain globale e uno degli effetti positivi per le imprese italiane, nel medio periodo, potrebbe proprio essere un parziale reshoring della produzione, con un rafforzamento delle filiere italiane».
Nell’analisi di Deloitte, la New Brand Experience viene valutata sotto tre profili: l’evoluzione per i consumatori, l’evoluzione interna dell’organizzazione del lavoro, l’evoluzione del mercato.
Evoluzione per i consumatori
Digitalizzazione. La pandemia ha creato nuove esigenze e aspettative per i consumatori. Le aziende devono trovare nuove strategie per soddisfarle e traguardare un’adeguata customer experience. Per rispondere a questa esigenza, il 47% dei CMO ritiene che ripensare il ruolo dei canali di comunicazione a favore del digitale rappresenti una priorità. In generale, si prevede un’accelerazione del passaggio dai media offline a quelli online.
Innovazione di servizi e prodotti. Il marketing, secondo gli intervistati, sarà efficace se guidato dall’innovazione dei servizi. Mentre su molti fronti si prevedono tagli di budget causati dall’impatto del Covid19, il 46% dei CMO si aspetta un aumento per innovare i servizi e il 29% ritiene che i budget cresceranno per lo sviluppo dei prodotti.
Comunicazione Human Centric. Nella trasformazione di servizi e prodotti, sarà necessario anche ripensare la comunicazione mettendo al centro la sostenibilità e la personalizzazione. Secondo il 49% dei CMO, touchpoint e canali di comunicazioni immersivi e innovativi rappresentano il futuro. Anche la sostenibilità è considerata come un elemento centrale per il posizionamento del brand dal 39% dei CMO.
Evoluzione per l’organizzazione del lavoro
Approccio empatico. La comunicazione costante e la capacità di dimostrare empatia con i propri collaboratori è stata di fondamentale importanza durante il lockdown. Il 65% dei CMO afferma che la capacità di ascolto è un elemento essenziale per mantenere una relazione funzionante con i membri del proprio team. Il 58% pensa che sia necessaria una riorganizzazione per facilitare la modalità di lavoro da remoto.
Marketing Agile. Il 20% dei CMO prevede un’ascesa dei team di lavoro inter-funzionali e il 59% pensa che il lavoro agile sarà un trend in continua crescita. Promuovere una cultura che privilegi la capacità di rispondere ai cambiamenti piuttosto che seguire un piano predefinito sarà di fondamentale importanza dopo il Covid-19.
Nuovi investimenti. Anche se con ogni probabilità i budget per il marketing saranno ridotti a causa dell’impatto economico del Coronavirus, il 70% dei CMO sostiene che ci sarà uno switch verso gli investimenti per l’innovazione digitale e la tecnologia, accompagnato da un ribilanciamento del media mix a favore del digitale. Le tre aree su cui si attendono i maggiori investimenti tecnologici sono Customer Relationship Management (CRM), e-Commerce e Data Analytics, mentre soluzioni più innovative come Intelligenza Artificiale restano ancora di nicchia.
Evoluzione per il mercato
New Minimal Scenario. Tre CMO su quattro si aspettano che nello scenario futuro i consumatori siano più attenti, orientati verso scelte di lungo periodo e più esigenti con i brand, che dovranno essere percepiti come autentici, trasparenti, sostenibili e vicini alla comunità. Il 70% dei CMO si aspetta di entrare nella new normality in un periodo di tempo che va dai 3 ai 9 mesi.
Made in Italy come Brand. I CMO, se fossero a capo dell’azienda Italia, farebbero leva sulle eccellenze del Made in Italy per rilanciare il Paese con un piano di comunicazione basato sui punti di forza italiani: cultura, cibo e turismo, ma anche sostenibilità, resilienza e creatività.
Le skill del futuro per i CMO. Il 43% dei CMO pensa che le il proprio ruolo debba includere sempre più capacità di digital marketing e analisi dei dati, oltre alla parte creativa. Il CMO diventerà sempre di più una figura ibrida: un mix di Digital, Innovation ed Experience Chief Officer.