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Aldo Grasso stronca Mara Venier: a dominare in Rai è la tv spazzatura

Di Giuseppe Vatinno

La stoccata di Aldo Grasso sulla conduzione di Mara Venier? Un gioiello della critica televisiva moderna, ma non solo...

E poi il finale dirompente: "Invece di pensare a fare un buon programma, come ai tempi di Pippo Baudo, invece di guardare oltre la sua cerchia di amici, tipo Alberto Matano, Venier si preoccupa della reputazione dei social: non sapendo che alcuni di questi gruppi (il popolo dei social è la nuova entità astratta che ci domina) sono manovrati e non bisogna neanche prenderli in considerazione".

Questa solenne stroncatura di Mara Venier e del suo compagnuccio di torte Matano non solo è un gioiello della critica televisiva moderna ma ci apre il campo a importanti riflessioni sulla nostra società di cui la televisione è, nel bene e nel male, fedelissimo specchio.

Programmi datatissimi come quelli condotti dall’intellettuale lagunare restituiscono infatti il segno del degrado in cui è precipitata la nostra società. Per carità, quello della Venier non è certo l’unico ma è certo il più rappresentativo perché si incunea nelle domeniche degli italiani portando una visione del mondo fatta di parolacce, volgarità, continue allusioni sessuali, risatine, insipienti sballonzolamenti di carni sempre più entropizzate dagli anni.

Fa bene Grasso a richiamare la televisione del tempo che fu, quella del tanto vituperato Pippo Baudo che ora giganteggerebbe tra cotanti nani. Nanni Moretti dovrebbe cambiare la sua celebre battuta: “te lo do io Pippo Baudo!” in un più tristemente attuale “te la do io Mara Venier!”. Fermiamo il trash, miglioriamo la società, ripresentiamo un modello televisivo anche educativo visto che la Rai è alimentata dai soldi di tutti gli italiani.

Non bastano le meritorie Rai Storia e Rai Cultura, non basta un grande storico come Alessandro Barbero. L’opera di ricostruzione deve essere più capillare e soprattutto più mirata, perché i due citati canali sono le ciliegine su una torta inacidita e indigesta. E qui veniamo alla politica che controlla la Rai.

È auspicabile che il nuovo corso che i vincitori vorranno imprimere all’ordigno pubblico da anni ormai fuori orbita possa risollevarne le sorti tenendo bene a mente che il carburante pubblico deve essere garanzia di qualità e con esso non c’è bisogno di inseguire i mostri degli indici di gradimento. La Tv pubblica deve essere anche formativa e non informativa. E grazie ad Aldo Grasso che ha avuto il coraggio di ricordarcelo.