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"Conflitto di interessi subito. Gli Agnelli mettono a rischio le libertà"

Rifondazione Comunista al fianco dei giornalisti di Repubblica

Il Partito della Rifondazione comunista esprime tutta la propria solidarietà ai giornalisti de la Repubblica che hanno convocato per oggi pomeriggio una assemblea con all’ordine del giorno le dimissioni del Cdr a seguito della decisione del direttore Molinari di rifiutare la pubblicazione di un comunicato sindacale. Il cdr, a seguito dell’uscita sulla prima pagina di Repubblica di ieri di due articoli a favore della richiesta della Fca di prestito di 6,3 miliardi garantito dallo Stato, ha immediatamente protestato con un comunicato in cui sostiene che si tratta “di una copertura dell’evento squilibrata a favore dell’azienda controllata dal principale azionista del giornale, la Exor di John Elkann". Il nuovo direttore nega la pubblicazione. Da qui la convocazione dell’assemblea dei giornalisti. Già ieri c’erano state le dimissioni da Repubblica di Gad Lerner, seguite a quelle di Enrico Deaglio e Pino Corrias. Sono in gioco le elementari libertà sindacali, la libertà d’espressione, la libertà di informazione e di essere informati .Ed è in gioco il pluralismo dell’informazione. Nelle mani della finanziaria Exor (famiglia Agnelli) sono: il gruppo editoriale Gedi, la società che possiede l’Espresso e Repubblica, La Stampa e Il Secolo XIX, ma anche 13 quotidiani locali (dal Piccolo di Trieste al Tirreno, dal Messaggero veneto alla Nuova Venezia, dalla Gazzetta di Reggio a Il Piccolo, tanto per capirci), una serie di periodici tra cui MicroMega, National Geographic e Limes, una rete di radio tra cui Dee Jai e RadioCapital, una divisione “Digitale” (Tvzap, Dee Jai tv, Maymovies) e infine la concessionaria di pubblicità A. Manzoni e &. Serve subito una legge sul conflitto di interessi, una seria normativa antitrust verticale e orizzontale, che impedisca da un lato la formazione di posizioni dominanti (e non solo l’abuso di esse, come prevedono le attuali leggi) e dall’altro la concentrazione nelle stesse mani della produzione e/o distribuzione di diversi “mezzi di comunicazione”, una riforma di settore che garantisca l’intervento pubblico a sostegno dell’editoria indipendente, di quella cooperativa, di quella dipartito, di quella culturale, a sostegno dei cosiddetti “punti vendita”, cioè le edicole. Una riforma del settore che tuteli il lavoro e i lavoratori dell’informazione, garantendo loro contratti stabili e l’accesso a tutti gli ammortizzatori sociali.

Stefania Brai, responsabile nazionale cultura Partito della Rifondazione Comunista