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Corsica, le proteste infiammano l'isola ma ai mass media interessa ben poco

di M. Alessandra Filippi

Sull'isola francese si scatena una pioggia di proteste senza fine dopo il tentato omicidio di Yvan Colonna

Altri due indipendentisti, Pierre Alessandri e Alain Ferrandi, giudicati colpevoli per lo stesso omicidio, stanno scontando, nella Francia continentale, la pena dell’ergastolo. Colonna, Alessandri e Ferrandi, sono detenuti in regime DPS (Détenu Particulièrement Signalé) un regime carcerario che impone molte limitazioni ai detenuti in termini di sorveglianza, isolamento, possibilità di muoversi nel carcere e che, spesso, porta anche a numerosi cambi di luoghi di detenzione.

Da diversi anni gli avvocati dei tre condannati, fra i quali, il difensore di Colonna, l'avvocato e attivista Gilles Simeoni, attuale Presidente della Regione corsa e fiero autonomista, chiedono la revoca del DPS e la possibilità di trasferire il luogo di detenzione in Corsica. Tali appelli sono stati sempre rifiutati dal Governo francese ma, dopo l’aggressione a Colonna e in seguito alle proteste popolari, il Governo ha annunciato di aver revocato il DPS per Colonna, Alessandri e Ferrandi.

E in questi giorni è stato inviato in Corsica dal Presidente Macron e dal Primo Ministro Jean Castex, il Ministro dell’Interno Gérald Darmanin, con l’incarico specifico di garantire la sicurezza in Corsica e iniziare le trattative per l’autonomia. Si spera dunque, che a valle di un atto di violenza, si possa finalmente discutere delle istanze decennali della Corsica e che il dialogo e il confronto portino a delle soluzioni che mettano d'accordo tutti. Per non farci mancar nulla, ieri, a Strepy-Bracquegnies, in Belgio, 70 persone sono state travolte da un'auto in corsa. Il bilancio delle vittime è di 6 persone, fra le quali 3 italiani, e una ventina di feriti, alcuni dei quali in gravi condizioni. Al momento l'autorità belga non esclude la pista terroristica ma nemmeno la privilegiano.