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Crisi dei cartacei: chiuse 850 edicole, così "Quotidiana" prova il rilancio
Il crollo delle vendite dei giornali tradizionali spinge a dotare le edicole di nuovi servizi: dal pagamento di multe e bollette, fino alla psicoterapia
Sempre meno copie cartacee vendute in edicola: ora si punta su altri servizi
Nel 2021 hanno cessato l’attività ben 850 edicole, una quota rilevante del totale nazionale, pari a circa 14.000. Nell’anno di riferimento, c’è stato un effetto “rimbalzo” rispetto al 2020, reso anomalo dal Covid-19. Finiti i ristori per le attività in crisi e scaduto il blocco dei licenziamenti, i nodi critici sono venuti al pettine.
Il più rilevante riguarda la scarsa propensione per la lettura. Secondo i dati Audipress, leggono i quotidiani 11,4 milioni di italiani, circa un cittadino su sei, ma le copie digitali hanno superato quelle cartacee, attestandosi a 6 milioni (+11,6%, sul +0,7% della diffusione complessiva).
Il dato del cartaceo va sgrossato anche dalle copie condivise, una modalità di lettura tornata in voga anche grazie all’allentamento delle restrizioni: il rapporto tra copie comprate e copie lette si ferma al 64,5% per i quotidiani, al 76,8% per i settimanali e al 76,3% per i mensili. Un vero e proprio cruccio per gli editori, che nel contempo devono fronteggiare anche l’aumento del costo della carta.
Andrea Innocenti, Presidente di SNAG-Confcommercio, afferma che l’elevata moria di edicole “è un dato che preoccupa. Bisogna però mettere in chiaro un fatto: le misure di sostegno pubblico che sono state messe in campo dal Governo hanno letteralmente ‘salvato’ la rete di vendita. Nel 2020 non abbiamo praticamente registrato chiusure e nel 2021 – nonostante l’emergenza pandemica – sono cessate meno della metà delle edicole che avevano chiuso i battenti nel 2019. La strada è giusta. Per questo motivo ho scritto al Sottosegretario Moles chiedendo di conservare, rafforzare e implementare le misure di sostegno pubblico alle rivendite di giornali, nonché di sostenere l’apertura di nuove edicole, il turnover generazionale e l’imprenditoria femminile e giovanile nel settore. É fondamentale infatti sostenere anche la natalità di nuove edicole e avvicinare le donne e i giovani a questa attività che si sta evolvendo rapidamente in questi anni”.
Come rilanciare quella che fu una vera e propria istituzione, un appuntamento quotidiano di milioni di italiani che in edicola si informavano, socializzavano e magari sognavano un giorno di diventare giornalisti (qualcuno c’è pure riuscito)? Immancabilmente, arriva un appello al Pnrr, panacea di tutti i mali, che secondo Innocenti potrebbe tradursi “nella digitalizzazione e l’informatizzazione delle edicole”. Difficilmente la crisi potrà essere affrontata senza un cambio radicale di prospettiva, ovvero cambiando e ampliando la destinazione d’uso dei chioschi.
Un esempio decisamente interessante è quello del network “Quotidiana”, che conta già 22 punti vendita a Milano e uno a Torino. Li chiamiamo così – e non edicole – perché la vendita di giornali è diventata solo una piccola parte di un’attività ben più ampia. Lo scopo del progetto è “evolvere il concetto di edicola, per farle tornare punti di riferimento dei quartieri italiani”. Per tornare centrali nel tessuto sociale, le edicole di “Quotidiana” offrono quindi anche servizi di vicinato (dal pagamento delle multe e delle bollette, alla prenotazione e ritiro del pane fresco) e servizi alla persona (dal baby-sitting alla psicoterapia). La possibilità di estendere la rete a servizi di utilità sociale nasce dalla partnership con Spazio Aperto Servizi, cooperativa sociale che da oltre 28 anni è protagonista del welfare milanese, in stretta connessione con le istituzioni pubbliche. Un modo decisamente intelligente per ridefinire il senso di un presidio territoriale che, in quanto a vendite di giornali cartacei, sarebbe ormai prossimo alla conclusione della propria gloriosa parabola.