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Cyber attacchi, Italia sempre più vittima: Pa e strutture sanitarie nel mirino

I dati del rapporto degli 007 italiani, riguardante le attività di hacking nel nostro Paese

Quanto alla destra radicale, nell'ultimo anno "il tratto più qualificante è stato correlato all’opera di strumentalizzazione del dissenso all’insegna dell’opposizione alla cosiddetta ‘dittatura sanitaria’ con l’intento d’innalzarne il livello di conflittualità” (vedi l’assalto alla Cgil). Le preoccupazioni maggiori sembrano derivare però “dalla diffusione online di ideologie neonaziste e suprematiste, che istigano a porre in essere atti violenti e indiscriminati motivati dall’odio razziale”: la paura è che possa concretizzarsi la transizione dalla minaccia all’azione.

Cresce l’immigrazione irregolare, ‘trainata’ da “instabilità politica, conflitti armati, incremento demografico, cambiamenti climatici, precarie condizioni socio-economiche ed effetti della crisi sanitaria da Covid-19”. E dal monitoraggio delle principali direttrici dei flussi migratori emerge il sempre maggiore coinvolgimento dei network criminali presenti in maniera capillare nelle principali aree interessate dal fenomeno”, con “sinergie operative” tra gruppi libici, formazioni tunisine ed “espressioni criminali dei Paesi di provenienza".

In ‘salute’ si confermano anche 'ndrangheta, cosa nostra, camorra e criminalità organizzata pugliese, capaci di “adeguare organizzazione interna e modus operandi all’azione di contrasto”. E di concentrare gli sforzi nel tentativo di cogliere “le opportunità di business legate sia agli effetti della crisi sanitaria che alle prospettive di ripresa post-pandemica, grazie ai cospicui flussi finanziari legati al Pnrr".

Il momento chiave è datato luglio 2021, quando la Federazione Russa adotta “una nuova strategia di sicurezza”, delineando “la visione di un mondo in trasformazione, nel quale l’uso della forza è una minaccia crescente”. “E’ nello spazio post-sovietico – scrivono gli esperti dei nostri Servizi - che si è intensificata la volontà russa di riaffermare la propria primazia, considerando le Repubbliche ex sovietiche come il perimetro minimo di sicurezza che garantisce profondità strategica all’azione esterna di Mosca e alla sua volontà di essere riconosciuta fra le grandi potenze mondiali”.

 

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