MediaTech
Fagnani a Sanremo: "Il carcere punisce e basta". Poi l'affondo contro Gratteri
La giornalista Francesca Fagnani, co-conduttrice della seconda serata di Sanremo 2023, dedica il suo monologo ai ragazzi del carcere minorile di Nisida
“Non avevi paura di morire?” “E tanto prima o poi. Vogliamo che la gente sappia che non siamo animali non siamo bestie non siamo killer per sempre. Vogliamo che ci conoscano”. E ancora: “Quand’è l’ultima volta che hai pianto?” “Mai, nemmeno alle elementari piangevo io”, “E da quanto non vedi tuo padre che è in carcere come te?” “L’ho rivisto adesso, dopo tre anni”. “E che effetto ti ha fatto?” “Mi sono messo a piangere”. “E allora lo vedi che piangi?”.
“Hanno picchiato, hanno rapinato, hanno ucciso alla domanda ‘Perché lo hai fatto?’ però non trovano la risposta. Risposta che vorrebbero avere, che cercano, che abbozzano. Ma la risposta non esce, perché è inutile cercarla così. Lo sanno. Bisogna andare al giorno prima, alla settimana prima, al mese prima, alla vita prima. Hanno 15 anni e gli occhi pieni di rabbia. Occhi pieni di vuoto. Hanno 18 anni e lo sguardo è perso, pure sfidante. Hanno occhi che chiedono aiuto senza sapere quale aiuto, senza sapere a chi chiedere aiuto. La scuola l’hanno abbandonata, ma nessuno li ha mai cercati. Non la preside, ma neppure gli assistenti sociali che: o non ci sono o sono troppo pochi per certe periferie. E le madri, padri- quelli che c’erano- non ce l’hanno fatta”.
Fagnani prosegue: “Quando ho intervistato adulti finiti in carcere per reati gravissimi ho chiesto loro: ‘Cosa cambieresti nella tua vita?’ Quasi tutti mi hanno dato la stessa risposta: ‘Sarei andato a scuola perché se nasci in quel quartiere, in quel palazzo o da quella famiglia è solo tra i banchi di scuola che puoi intravedere la possibilità di una vita alternativa a quella già scritta per te da altri’. Lo Stato non può esistere nelle aree più fragili del Paese, solo attraverso la fondamentale attività di repressione delle forze di polizia. Lo stato dovrebbe combattere la dispersione scolastica e la povertà educativa. Dovrebbe garantire pari opportunità almeno ai più giovani. È una questione di democrazia, di uguaglianza su cui si fonda la nostra Repubblica. Lo stato dovrebbe essere più attraente, più sexy dell’illegalità".